Il costruttore tedesco è impegnato in Formula E dalla stagione 2019-20 e nelle ultime cinque stagioni ha conquistato sette vittorie sia nella Gen2 che nella Gen3.
Sebbene in questo periodo l’impegno come costruttore abbia ottenuto solo un quarto posto nella classifica a squadre, il propulsore Porsche ha guidato Jake Dennis al titolo piloti nella scorsa stagione per i clienti del team Andretti.
In vista del doppio appuntamento di Shanghai di questo fine settimana, Porsche ha annunciato la decisione di rimanere nel campionato per altre sei stagioni.
“Ma non significa che sia stato molto difficile decidere, solo che ci siamo presi il tempo necessario per farlo nel modo corretto. Per noi è sempre stato chiaro che si tratta di un impegno a lungo termine”.
Ha poi aggiunto: “Vogliamo essere parte integrante di questo campionato. Non siamo famosi per il ‘dentro e fuori’, non l’abbiamo mai fatto in passato, e per noi si tratta di crescere davvero con il campionato”.
L’impegno di Porsche è vantaggioso per tutti
Il coinvolgimento di Porsche è un enorme vantaggio per la Formula E, in quanto gli organizzatori cercano di mantenere a bordo i costruttori già presenti e di attirarne di nuovi per il prossimo ciclo di regole.
Con una storia che abbraccia decenni di discipline diverse, il patrimonio che Porsche porta con sé non può essere sottovalutato mentre la Formula E cerca di espandersi dopo un decennio dalla sua fondazione.
“Ciò che non possiamo sviluppare in tempi brevi è il patrimonio e l’eredità che un marchio come Porsche porta con sé”, ha dichiarato il CEO di Formula E, Jeff Dodds.
La prossima importante modifica alle regole sarà introdotta per la stagione 2026-27, con una macchina Gen3 Evo che sarà utilizzata dai team nelle prossime due stagioni e che sarà una versione migliorata della vettura attuale.
Per Porsche, la possibilità di spingersi oltre i limiti della tecnologia elettrica è un elemento chiave per rimanere nel campionato anche in futuro.
“Si tratta di sviluppare la tecnologia, il processo e le funzioni, tutto questo”, aggiunge Laudenbach. “Nei prossimi anni vedremo nelle auto stradali alcune soluzioni che deriveranno dalle corse. Certo, non le stesse parti, ma il principio, la tecnologia, e questa è una cosa importante per noi”.
“Posso garantirvi che c’è un rapporto molto forte tra le auto stradali e quelle da corsa e che c’è uno scambio intenso. Se non ci fossero vantaggi, non lo faremmo, è chiaro. Deve esserci un vantaggio dal punto di vista tecnico”.