La Ferrari vince la sua undicecesima 24 Ore di Le Mans bissando il successo dello scorso anno e portando l’altra vettura ufficiale sul podio. Stavolta a trionfare è stata la #50 di Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen che ha portato fino al traguardo la sua 499P dopo una gira tiratissima e piena di colpi di scena mentre la #51 di Pier Guidi/Calado/Giovinazzi è arrivata terza.
Nielsen le ha fatte di tutte per consumare meno, fino a percorrere il rettilineo dell’Hunadieres e 30-40 km/h in meno rispetto al solito e, grazie anche alle bandiere gialle e alla pioggia che ha imposto un ritmo più lento, è arrivato al traguardo con il serbatoio agli sgoccioli e poco più di 14 secondi di vantaggio rispetto alla Toyota #8 di Lopez, Nick de Vries e Kamui Kobayashi, autore anche del giro più veloce in gara. Quarta la Porsche 963, che partiva in pole position e, nonostante fosse presente con uno squadrone di 6 vetture, ha mostrato in gara un passo inferiore alle Toyota, alle Ferrari e anche rispetto alla Cadillac # di Bourdais/Palou/Lynn #2 che è anche stata rimasta in testa per una buona mezz’ora. Non può dirsi soddisfatta neppure la Peugeot che è riuscita almeno a portare le sue due 9X8 al traguardo, ma fuori dai primi 10 e risultando sempre nettamente più lenta delle concorrenti.
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Lo stesso dicasi per la BMW e la Alpine. Entrambe hanno rotto con una vettura e fatto un incidente con l’altra. La casa francese ha abbassato le saracinesche dopo sole 6 ore, nonostante la sua A424 si fosse comportata molto bene in prova e fosse molto veloce in rettilineo, la tedesca è invece riuscita perlomeno ad andare in classica, ma non ha ripetuto in gara quanto di buono mostrato in qualifica. Sfortunata l’altra Ferrari 499P #83 di Kubica/Shwartzman/Ifei del team AF Corse, per lungo tempo in testa alla gara, vittima di un problema elettrico durante un pit stop che ha creato anche un principio di incendio e tanto fumo. Ottima invece la prima prova a Le Mans per la Lamborghini che ha portato entrambe le sue SC63 al traguardo e con la #19 di Bortolotti/Kvyat/Mortara ha persino centrato l’obiettivo di entrare nella top 10. Semplicemente eroica invece la Isotta Fraschini che ha terminato la gara al 14° posto con Bennet/Vernay/Serrvalle.
Per la LMP2 ha vinto la #22 della United Autosports di Jarvs/Barg/Siegel che si è imposta sull’altra Oreca-Gibson # Smechowksy/Lomko/Novalak del team Inter Europol, che aveva vinto lo scorso anno, mentre tra le GT ha vinto la Porsche del team Manthey EMA #91 di Shahin/Schuring/Lietz che si ha avuto la meglio sulla BMW M4 #31 di Leung/Gelael/Farfus del team WRT di e sulla Ford Mustang #88 di Roda/Pedersen/Olsen che, insieme alla vettura gemella del team Proton giunta 4a, può festeggiare i suoi 60 anni con un ottimo risultato. Peccato per Valentino Rossi che, con la sua M4 GT3 ha condotto una gara eccellente rimanendo in testa per tutto il tempo che è stato al volante, ma vanificata dall’errore del suo compagno di squadra Al Harthy che, appena uscito dai box a gomme fredde, ha pensato bene di mettere le ruote sul cordolo bagnato e stamparsi sulle protezioni. Di sicuro ha dimostrato di essere un pilota da Le Mans e potrà riprovarci il prossimo anno.