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24 Ore di Le Mans, Porsche da favorita per la vittoria a comprimaria, ora l’obiettivo si sposta al titolo del WEC

LE MANS – Una tra le squadre favorite alla vigilia della maratona francese, Porsche è stata quella che più è uscita sconfitta dal circuit de la Sarthe. Poche gioie e tanti rimpianti per la Casa di Zuffenhausen che, nonostante la superiorità numerica, si è dovuta inchinare alla Ferrari.

Reduce da un avvio di stagione più che positivo, con le affermazioni nella 1812 km del Qatar e nella 6 Ore di Spa, Porsche era sicuramente tra i favoriti per la vittoria della maratona francese. Decisamente più matura, sia in termini di velocità che di affidabilità, la 963 LMDh si è dimostrata subito tra le Hypercar più competitive sul circuit de la Sarthe. A differenza delle prime tre gare del FIA WEC, la vettura tedesca ha però subito un BoP meno favorevole. Nonostante ciò Kévin Estre è riuscito a stampare l’Hyperpole mettendo assieme un giro perfetto.

24 ore di le mans, porsche da favorita per la vittoria a comprimaria, ora l’obiettivo si sposta al titolo del wec

La musica, però, è drasticamente cambiata già nelle prime battute della gara. Scattato dalla prima posizione, Laurens Vanthoor non è stato in grado di tenere il comando venendo sorpassato dalla Ferrari di Nielsen. Il tallone d’Achille delle 963 LMDh si è rivelata proprio la velocità di punta. Per stessa ammissione di Urs Kuratle, direttore Porsche, i prototipi tedeschi hanno pagato circa 2-3 km/h di velocità di punta in meno rispetto gli avversari. Un problema che su un tracciato come quello di Le Mans, visti i lunghi rettilinei, si è rivelato altamente penalizzante. Anche in scia i piloti Porsche hanno faticato a tenere il ritmo di Ferrari e Toyota.

Di conseguenza il team Penske Motorsport ha cercato di colmare il divario provando ad attuare strategie più rischiose. Ma, viste le condizioni meteo variabili e la lunga safety car notturna, la squadra ha commesso qualche sbavatura che l’hanno penalizzata nell’economia della gara. Al comando delle operazioni, nella mattinata della domenica, la Porsche è scivolata nuovamente alle spalle di Ferrari e Toyota. Soprattutto nel corse delle ultime due ore, quando a Le Mans è tornata la pioggia, le 963 LMDh non hanno avuto il ritmo necessario per lottare per la zona podio.

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Il quarto posto di Estre-Vanthoor-Lotterer e il sesto di Campbell-Christensen-Makowiecki è decisamente poco se confrontato con le aspettative iniziali. Inoltre la terza 963 LMDh schierata per l’occasione dal team Penske è stata costretta al ritiro per un errore commesso da Felipe Nasr. Il punto forte è stato sicuramente l’affidabilità, delle sei vetture presenti in griglia Porsche è riuscita a piazzare ben quattro LMDh nelle prime dieci posizioni. Oltre alle due vetture ufficiali, il team Jota ha terminato la 24 Ore di Le Mans all’ottavo e nono posto.

Così come nella 6 Ore di Spa, la squadra inglese ha occupato stabilmente le posizioni di vertice accedendo anche all’Hyperpole con Callum Illot. Proprio il britannico, nel corso delle successive prove notturne, si è però reso protagonista di un incidente danneggiando irreparabilmente la 963 LMDh. Il team Jota ha quindi iniziato una disperata corsa contro il tempo ricostruendo la vettura dal telaio arrivato direttamente dalla fabbrica Porsche. I meccanici hanno lavorato senza sosta fino alla mattinata del venerdì per poi effettuare un breve shakedown sul vicino aeroporto di Le Mans.

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Potendo contare solamente sui quindici minuti del Warm Up, La Porsche numero 12 ha quindi affrontato la 24 Ore di Le Mans quasi al buio. Ciò nonostante Illot, Will Stevens e Norman Nato hanno mantenuto un ritmo regolare nell’arco di tutta la gara che li ha portati a chiudere a tre minuti dai vincitori. Una gara solida che ha ripagato lo sforzo di tutta la squadra completato dal nono posto ottenuto da Jenson Button, Oliver Rasmussen e Phil Hanson.

Più complessa la gara del Proton Competition che, esattamente come avvenuto a Spa, è stata rallentata da problemi alla portiera della sua 963 LMDh. La Porsche del team tedesco è stata l’unica a subire un guasto meccanico, all’albero di trasmissione, chiudendo sedicesima e ultima di classe Hypercar. Porsche cercherà di rifarsi già a partire dalla 6 Ore di San Paolo, prossimo appuntamento del WEC, puntando al titolo del Mondiale Endurance. La parziale delusione di Le Mans è stata, però, mitigata dalla vittoria in classe LMGT3 della 911 GT3 R di Richard Lietz, Morris Schuring e Yasser Shahin.

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Urs Kuratle, direttore Porsche LMDh, si è detto ugualmente soddisfatto di quanto dimostrato dalle 963 LMDh alla 24 Ore di Le Mans: «La minor velocità sui rettilinei ci ha penalizzato, è sicuramente un aspetto che analizzeremo in vista delle prossime gare. Quello che abbiamo ottenuto non è di certo il risultato che volevamo, ma sono orgoglioso della squadra, di tutti i piloti, gli ingegneri, i meccanici e tutte le persone coinvolte. Le Mans è la gara più importante dell’anno, arrivare quarti non era certamente il nostro obiettivo. Col senno di poi, qualche decisione strategica l’avremmo presa in modo diverso. Ma guardiamo il lato positivo, dopo 24 ore di gara, ci sono mancati solo 40 secondi alla vittoria».

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