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Audi – Longo: “Sullelettrico niente dietrofront, ma ci stiamo adeguando al mercato”

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Audi – Longo: “Sullelettrico niente dietrofront, ma ci stiamo adeguando al mercato”

L’Audi non invertirà la rotta elettrica: semmai, si sta adeguando a un mercato più incerto (e in ritardo) di quanto inizialmente ipotizzato, mettendo in campo interventi incentrati sulla flessibilità e sulla capacità di adattamento. questa l’analisi di Fabrizio Longo, direttore della divisione italiana del costruttore di Ingolstadt, intervenuto a una tavola rotonda con la stampa: “Sulle auto elettriche non c’è alcun ripensamento, non fa parte di aziende che devono pianificare con un’ottica di 10-15 anni”, ha spiegato il manager ai giornalisti, tra i quali era presente il direttore di Quattroruote Gian Luca Pellegrini. “Semmai, c’è un adeguamento in termini di capacità di esecuzione delle strategie. Abbiamo semplicemente corretto un po’ il tiro”.

L’endotermico avrà vita lunga. “Il phase-out del motore endotermico non potrà non tenere conto di sensibilità, intelligenza e lettura puntuale di quello che è e sarà il segnale del mercato”, ha proseguito Longo, sottolineando la necessità di “non stressare continuamente il sistema industriale” e di aumentare la capacità di rispondere con flessibilità all’andamento della domanda. Del resto, l’Audi ha pienamente compreso che i tempi dell’elettrico saranno “decisamente più lunghi” del previsto; dunque, per Longo “non si tratta di un arretramento o di una sorta di abiura”, ma della presa d’atto della necessità di valutare cosa accade regione per regione, mercato per mercato. E, soprattutto in Europa, di entrare “in un periodo di parallelismo e di affiancamento che vedrà i nostri motori endotermici avere sicuramente una vita più lunga”. Pertanto, in attesa della piattaforma PPE, è necessario “riavvolgere il nastro ed essere capaci di trovare sinergie e riduzioni di costo internamente” per affrontare il futuro e alcuni aspetti critici, per esempio le materie prime presidiate dalla Cina.

No alle ideologie. Dunque, l’elettrico non è in discussione. Ma le politiche europee sì: “Tempo fa, ho detto che abbiamo probabilmente commesso tutti un errore molto grave, quello di aver dato una base ideologica a un ragionamento che sarebbe dovuto essere tecnologico”, ha continuato Longo, prendendo a esempio Quattroruote e il suo direttore per “aver avviato una riflessione di questo tipo in tempi non sospetti: ritengo sia stato fatto un errore di posizionamento politico e, in generale, narrativo, perché il tema era di mercato”. “Certo, sull’elettrico una sorta di ipoteca l’abbiamo accesa tutti in qualche modo”, ha osservato il manager. “Ma le aziende, a differenza della politica, pianificano a 10-15 anni. Ecco, noi non ci possiamo permettere di svegliarci al mattino, sentire il vento e capire dove girare le vele. Dobbiamo prendere una direzione. Si chiama anche coerenza. E questo tentennare continuo (della politica, ndr) diventa anche molto difficile da gestire per un sistema industriale”.

Cina tra aperture e chiusure. Parlando di mercati, Longo si è soffermato sulla Cina, dove tutti i costruttori, “noi compresi, ci giochiamo la partita del secolo”. In questo senso, sono vitali le collaborazioni che l’Audi ha avviato nel tempo, ultima quella con il gruppo Saic: “Oggi devi sapere produrre ciò che viene assorbito da uno specifico mercato e non è detto che sia quello che stavi facendo fino a uno o due anni fa. Quindi, piuttosto che sconvolgere tutto un apparato produttivo e industriale già posizionato, è meglio trattare con intelligenza il tema delle collaborazioni”. Quanto alle barriere doganali, tema inevitabile parlando di Pechino, l’Audi resta contraria e conferma le recenti parole del direttore finanziario del gruppo Volkswagen, Arno Antlitz: “I dazi ti possono aiutare, ma sappiamo che nel medio periodo non sono una soluzione e ti espongono a ritorsioni”, ha puntualizzato Longo. “Diverso il tema delle sinergie, che ti possono veramente far fare il salto di qualità. Noi siamo più alla ricerca di cooperazioni intelligenti per ridurre i costi. Riteniamo che sia questo il percorso più assennato e meno traumatico”. Detto questo, Pechino non ha in mano tutte le carte come sembra: “So per certo che i loro costruttori sono molto preoccupati dal rigetto del made in China, per esempio nei Paesi nordici. Poi c’è un aspetto legato al brand e il brand non te lo inventi nel giro di dieci anni”. Insomma, per affrontare la concorrenza asiatica, le Case europee possono ancora contare sul “capitale di credibilità più importante”, quello della loro storia.

Bev accessibili. Altro tema legato alla riduzione dei costi e all’invasione cinese sono le elettriche da 20-25 mila euro: un segmento che non riguarda direttamente l’Audi, ma su cui Longo ha detto la sua. “Quel magico punto di prezzo che sta tra i 20 e i 25 mila euro può veramente ribaltare il mercato. Oggi non ce l’abbiamo: i primi costruttori che riusciranno a essere molto presenti con gambe e offerte in questa fascia saranno i veri game changer’. Sapete che c’erano delle voci, poi smentite, di collaborazioni tra il gruppo Volkswagen e la Renault per lo studio di una vettura che si posizionasse in questa fascia: vedremo che cosa succederà, ma lì mi aspetto molta effervescenza”.

Gli incentivi. Interessante è anche la lettura dei bonus statali approvati con immane ritardo dal governo e di quanto è accaduto con i fondi destinati alle elettriche, bruciati in poche ore: “Ovviamente, il mondo premium è influenzato in modo molto limitato dagli incentivi, ma posso dire che il successo era prevedibile perché abbiamo visto un mercato elettrico sostanzialmente bloccato da gennaio”, ha spiegato Longo, criticando l’esiguità delle risorse, le modalità da “click day” e l’assenza di pianificazione. Ma c’è di più: “Qualcuno ha detto che l’elettrico è entrato nel cuore e nella testa degli italiani. Questo è un giudizio imbarazzante, perché si sapeva che ci sarebbe stata una fiammata dopo uno stop del mercato durato cinque mesi. Una risposta annunciata a qualcosa che è stato gestito in maniera veramente poco professionale e confusionaria”. Al posto degli incentivi, almeno nella forma attuale, l’Audi preferirebbe misure più strutturali, a partire da una revisione della fiscalità “spalmata su più anni”. E, ovviamente, una maggiore attenzione per la rete di ricarica.

I valori residui e l’affidabilità delle elettriche. Infine, Longo ha risposto a una domanda del nostro direttore sui valori residui delle Bev e sulla possibilità che sul mercato vengano immessi modelli a prezzi di favore, per esempio da parte delle società di noleggio: “Questo è un punto interrogativo potentissimo, perché in questo momento uno dei discorsi centrali è la tenuta del valore”, ha detto Longo. “Oggi il leader di mercato (la Tesla, ndr) opera con dei riposizionamenti piuttosto violenti, ripetuti e qualche volta anche ondivaghi. Ovvio che le società di noleggio abbiano preso le distanze. Nulla a che vedere, e questo è abbastanza strano, con la qualità intrinseca del prodotto auto. I test di lunga durata, come quello della Q4 messa alla prova da Quattroruote, hanno certificato una vitalità della batteria per certi aspetti sorprendente”. Dunque, è del tutto escluso che l’Audi segua la strada della guerra dei prezzi: “Ognuno giochi la partita che vuole. Noi operazioni di riposizionamento violente non ne abbiamo fatte e non ne faremo”, ha concluso Longo. “Le trovo pericolose sotto diversi punti di vista. Tecnico, commerciale e anche etico, professionale, perché non è corretto che un cliente che ha comprato la macchina venti giorni prima venga poi spiazzato da politiche un po’ umorali. Ognuno scelga la propria strada, noi preferiamo la tutela e la protezione del cliente”.

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