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Polestar, la Stella Polare brilla in Oriente. l brand può contare sulle sinergie di Volvo e Geely. Tre proposte in gamma, altre tre in arrivo

Sostenibilità, lusso, alte prestazioni. È questo il Dna comune ai sei modelli – tre già svelati, gli altri in arrivo nel prossimo triennio – destinati a scrivere il futuro di Polestar, il brand nato come “costola” della Volvo e poi diventato pienamente autonomo, seppur sempre nell’orbita del costruttore svedese e del colosso cinese Geely che ne detiene il controllo. Un futuro che – in questo la visione di Goteborg è chiara e inequivocabile – sarà “full electric” nonostante il “biglietto da visita” del marchio, la Polestar 1 del 2017, si affidasse alla propulsione ibrida plug-in per comunicare i valori fondanti del brand.

polestar, la stella polare brilla in oriente. l brand può contare sulle sinergie di volvo e geely. tre proposte in gamma, altre tre in arrivo

In effetti questa filante coupé, prodotta fino al 2021 al ritmo di 500 unità all’anno da distribuire solo su alcuni mercati selezionati, abbinando un 4 cilindri 2.0 turbo a benzina da 320 cv anteriore e due motori elettrici posteriori (uno per ciascuna ruota) disponeva di 609 cv con 1.000 Nm di coppia che le regalavano un’accelerazione 0-100 in 3,8 secondi. Dopo questa anticipazione finalizzata soprattutto a mostrare la nuova “bandiera”, la produzione è entrata nel vivo con i due modelli – Polestar 2 e Polestar 3 – oggi presenti nel listino italiano con prezzi che partono rispettivamente da 55.800 e da 94.900 euro e propulsione 100% elettrica. La prima è una berlina disponibile nelle versioni Standard Range e Long Range in base alla batteria che può essere da 69 o da 82 kWh. Nel primo caso, il motore eroga 272 cv e l’autonomia Wltp è di 518 chilometri. La Long Range, è a sua volta disponibile sia con propulsione Single Motor da 299 cavalli e 654 chilometri di autonomia, sia nella declinazione Dual Motor a trazione integrale che può contare su due livelli di potenza – 421 o 476 cavalli – accomunati da un’autonomia che può arrivare a 591 cholometri.

La doppia motorizzazione, da 489 o 517 cavalli, e la trazione integrale caratterizzano invece i due allestimenti del Suv Polestar 3, definiti Pilot Plus e Pilot Plus Performance, ai quali la batteria da 111 kWh garantisce un’autonomia rispettiva di 610 e 560 chilometri. Un altro Suv, ma questa volta caratterizzato delle linee fluide e filanti dei coupé a ruote alte oggi tanto di moda, è ormai pronto (o quasi, visto che nelle concessionarie lo troveremo all’inizio del 2024 con un prezzo di lancio nell’ordine dei 60.000 euro) ad arricchire l’offerta del giovane marchio svedese, andando a collocarsi per dimensioni e prezzo – così afferma la comunicazione del brand – tra i due modelli già disponibili.

Stiamo parlando del Polestar 4, svelato lo scorso mese di aprile al Salone di Shanghai e caratterizzato dalle proporzioni dell’abitacolo che, nonostante la linea spiovente del tetto, sono risultate particolarmente generose per gli occupanti dei sedili posteriori.

Lungo 4.839 mm, si distingue per il tetto di serie in vetro a tutta lunghezza che ha determinato la scomparsa del lunotto posteriore e che, in opzione, può anche disporre della funzionalità elettrocromica per rendere la superficie vetrata opaca o trasparente a seconda delle situazioni e dei desideri dell’equipaggio. Presentato come la vettura più veloce finora firmata da Polestar, grazie all’accelerazione 0-100 in 3,8 secondi, il nuovo Suv verrà proposto con l’ormai abituale alternativa tra le versioni Single o Dual Motor, quest’ultima con trazione integrale, 544 cavalli di potenza e 686 Nm di coppia massima. Anche se il ciclo di omologazione non è ancora concluso, l’autonomia nel ciclo di prova Wltp dovrebbe attestarsi sui 560 km. Polestar 4 offre la scelta tra le modalità di guida Range, più orientata all’efficienza grazie alla disconnessione del motore anteriore, e Performance che privilegia la reattività dosando la collaborazione tra i due motori in modo da garantire sempre le migliori prestazioni.

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