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Il caso Polestar: per crescere non servono auto elettriche economiche

Il ceo Thomas Ingenlath racconta a InsideEVs in che direzione andrà il marchio, con nessun modello "sotto" la Polestar 2

il caso polestar: per crescere non servono auto elettriche economiche

Thomas Ingenlath, ceo di Polestar, guarda con fiducia al futuro del brand. “Polestar era un’azienda con una sola auto nel 2023 – ha dichiarato a InsideEVs US durante il Salone dell’Auto di New York”.

“La Polestar 2 aveva un grande peso da portare. Tuttavia, il brand ha consegnato 54.000 auto a livello globale nel 2023. Si tratta di un risultato che ci pone davanti a molti concorrenti EV. Il nostro business crescerà quest’anno. Non saranno tanti a fare così bene nel 2024”.

I motivi della crescita sono facili da indovinare. Si chiamano Polestar 3 e Polestar 4. È su questi due modelli che si basa la redditività a lungo termine del marchio scandinavo. Per le auto elettriche economiche, è invece un “no grazie”. Vediamo perché.

Una partenza difficile

Anche se la Polestar 2, una berlina che combatte in un mondo di SUV, ha ottenuto più consegne di Lucid o Rivian nel 2023, l’azienda ha dovuto affrontare enormi difficoltà l’anno scorso e durante la prima parte di quest’anno.

La Polestar 4 in mostra al Salone di New York

Ha dovuto ritardare, per la seconda volta, il crossover di punta Polestar 3 a causa di problemi di software che hanno colpito anche la cugina Volvo. Il gigante dell’autonoleggio Hertz ha rinunciato a un grande piano di acquisto di 65.000 Polestar 2 dopo essere stato colpito dai costi di riparazione di Tesla e dal calo del valore di rivendita.

Il prezzo delle sue azioni è crollato, tanto che Volvo ha tagliato gli investimenti nel marchio. Gli analisti e la stampa finanziaria, ancora oggi, non hanno una buona opinione del suo stato attuale.

La strategia punta al premium

Sebbene sia compito di Ingenlath essere ottimista, a New York sembrava più che altro sollevato. La Polestar 3 uscirà quest’estate negli USA con un prezzo di partenza di 73.400 dollari. La Polestar 4 parte da 54.900 dollari. Gli ordini saranno aperti a fine aprile e le consegne sono previste per il quarto trimestre. Entrambe le vetture dovrebbero raggiungere volumi di vendita più alti della Polestar 2.

Il CEO di Polestar Thomas Ingenlath e la concept Polestar Precept

“Tesla ci ha messo più di un decennio per farsi notare. Anche noi abbiamo bisogno di tempo. Ma siamo fiduciosi di riuscire a trovare il nostro spazio”. Eppure, Polestar ha le idee chiare riguardo alla gamma futura.

“Non sono previsti modelli più economici nel portafoglio Polestar – ha detto chiaramente Ingenlath -. Non ci saranno auto che abbiano un prezzo inferiore a quello della Polestar 2. Ci espanderemo verso l’alto. Verso la Polestar 5 e la Polestar 6: il mercato di massa non è il nostro mercato”.

E ha aggiunto: “Bisogna essere chiari sulla natura della propria azienda. Noi siamo premium, esclusivi e performanti”.

La Polestar 3 durante i test invernali sui laghi ghiacciati

BMW e Porsche nel mirino

Ingenlath ha le idee molto chiare riguardo al posizionamento. Vede Polestar come rivale delle BMW provenienti dal reparto M o di Porsche. La concorrenza è agguerrita, anche perché entrambe le Case tedesche stanno ottenendo grandi risultati in termini di auto a zero emissioni, ma è l’unico modo con cui Polestar può distinguersi da Volvo, con cui condivide alcuni impianti di produzione, tecnologia e componenti.

“Il centro di gravità della Polestar 3 è basso come quello della Polestar 1 – ha detto Ingenlath riferendosi alla coupé ibrida con cui il brand ha esordito sui mercati -. Il design, come per Volvo, è tipicamente scandinavo, ma molto più tecnologico, molto più orientato al conducente e molto più orientato alle prestazioni. Molto diverso, insomma, dai valori fondamentali del marchio Volvo”.

Alla ricerca di una propria identità

Distinguere Polestar da Volvo può essere una sfida. Anche chi lavora all’interno di entrambe le aziende automobilistiche scandinave non ha sempre una risposta chiara su dove inizi un marchio e finisca l’altro. Ma Ingenlath ha affermato che la società madre di entrambe, il gruppo cinese Geely, è intenzionata a mantenere i due brand ben distinti.

La produzione della Polestar 3 nella fabbrica cinese di Chengdu

“Ho la certezza che Geely sia molto impegnata con il marchio Polestar – ha detto Ingenlath, paragonandolo alla Volkswagen che gestisce divisioni simili come Seat e Skoda.

QI problemi da affrontare sono altri. Parlando di produzione, la Polestar 2 è costruita in Cina e deve fare i conti con i dazi. Fortunatamente gli altri modelli saranno costruiti anche in Occidente; questo sarà un bene rispetto alla situazione geopolitica attuale e futura, considerando l’avversione per la mobilità elettrica di Donald Trump, sempre più vicino a essere rieletto, che potrebbe creare presto nuovi problemi ai brand esclusivamente a zero emissioni”.

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