La quarta e ultima generazione della Superb sarà un punto di riferimento: non solo per la Skoda, ma per l’intero gruppo Volkswagen. Per comprenderne l’importanza, basti sapere che ai piani alti di Wolfsburg hanno deciso di affidare, proprio al marchio boemo, lo sviluppo della base tecnica su cui nasce, al pari dell’ammiraglia della Freccia Alata, anche la nuova Passat Variant: entrambi i modelli verranno prodotti nel sito di Bratislava. Insomma, sarà la Superb (nuovamente proposta anche berlina, a differenza della tedesca) a fornire, all’interno del Gruppo, lo stampo della station wagon di segmento D generalista: una familiare di grande sostanza, capace però di sollevare l’asticella anche sul fronte dello stile, della qualità delle finiture e della dinamica. L’abbiamo vista in anteprima e, purtroppo, in attesa della presentazione ufficiale, fissata per novembre, possiamo mostrarvela solo così: coperta di pellicole camouflage e senza nemmeno uno scorcio degli interni. Possiamo però comunicarvi le nostre prime impressioni, avendo anche assaggiato la nuova ammiraglia su strada, guidando alcuni prototipi semi-definitivi.
Skoda Superb Wagon: abbiamo guidato la nuova generazione
Sempre più grande. Cominciamo, però, facendo un sunto delle novità sin qui note. La nuova Superb sarà un’auto più grande e più capiente di prima. Nelle dimensioni, la Wagon arriva a 4,90 metri di lunghezza (+43 mm), rimanendo poco più corta della berlina, che ora misura 4,91 metri (+43 mm) da paraurti a paraurti. La revisione generale delle quote ha portato un filo di spazio (8 mm) in più sopra la testa dei passeggeri posteriori, e una trentina di litri in più (20 sulla berlina) per il bagagliaio, che sale a 690 litri per la giardinetta. Il passo, invece, resta fermo a 2,84 metri, indenne all’evoluzione della piattaforma, che è ancora l’Mqb. Anzi, l’hanno ribattezzata Mqb Evo, perché le modifiche apportate hanno introdotto miglioramenti su più fronti: da una maggiore rigidità torsionale del telaio alla predisposizione per accogliere tecnologie e motorizzazioni inedite per questo modello.
Nella gamma motori, tutti Euro 6e, spicca l’ibrido. Sottopelle, la grande novità è il debutto di un ibrido plug-in di nuova generazione, costruito intorno al turbobenzina a ciclo Miller da 1.5 litri, forte ancora della tecnologia “cylinder on demand”, che ai bassi carichi mette a riposo due dei quattro cilindri a beneficio dell’efficienza. Il sistema, composto anche da un’unità elettrica e da una batteria da 25,7 kWh (una capacità doppia rispetto a prima, con ricarica in corrente continua fino a 50 kW), esprime una potenza complessiva di 204 cavalli e, soprattutto, promette oltre 100 km di autonomia in solo elettrico: un valore che permette alla Superb plug-in di contenere i consumi nelle lunghe tratte o, se preferite, consente a molti di coprire il commuting quotidiano senza consumare una goccia di carburante. Detto che l’ibrido ricaricabile guadagna, così, una versatilità finora sconosciuta, non mancheranno alternative più tradizionali, a partire dal diesel. Il 2.0 TDI è declinato in due varianti, da 150 e 193 CV (quest’ultima abbinata alla trazione integrale), mentre sono tre le opzioni a benzina: 2.0 litri da 204 (a trazione anteriore) o 265 cavalli (4×4), e 1.5 TSI da 150 CV, elettrificato dal mild hybrid a 48 volt. Niente cambio manuale: tutte le nuove Superb montano il Dsg a sette rapporti o, nel caso della plug-in, a sei.
Più premium dentro. Il doppia frizione ha un comando che, nel rinnovato layout degli interni, trova posto non più nel tunnel centrale – ora più libero di dare alloggio agli oggetti che ci portiamo appresso – ma dietro al volante, sul piantone dello sterzo. Ed è solo un esempio di come, sulla quarta serie della Superb, l’interfaccia uomo-auto sia stata profondamente rivisitata e svecchiata, essendo ora incentrata su un touch screen da 12,9 pollici (mai così grande sulla Superb) abbinato alla strumentazione digitale. Il passo in avanti è netto, tuttavia l’ammiraglia non fa piazza pulita dei comandi fisici: ne rimane un buon numero, per garantire anche ai più abitudinari un’interazione piuttosto intuitiva. Intorno al posto guida, materiali e finiture alzano il livello di qualità percepita disegnando un abitacolo che, oltre ad apparire più moderno, strizza l’occhio al premium. Lo stesso fanno i nuovi gruppi ottici anteriori, disponibili anche a matrice di Led e caratterizzati al loro interno da un elemento di vetro colorato chiamato Crystallinium.
Come va. Un breve test drive completa il nostro primo contatto con la wagon boema. Su strada, la Superb si conferma una gran passista. Ad alte velocità lascia poco spazio a fruscii e rumori di rotolamento, garantendo sempre un buon livello di confort. Lo stesso accade quando le ruote s’imbattono in fondi non proprio ortodossi, anche grazie a nuovi ammortizzatori a due valvole (anziché una): una soluzione che permette di tarare la rigidità individualmente per la fase di compressione e per quella di estensione. Sull’ammiraglia della Skoda è disponibile (in opzione) l’ultima evoluzione del Dcc (Dynamic Chassis Control), la regolazione elettronica dell’assetto – ora più ampia di prima – con cui è possibile privilegiare la comodità oppure la prontezza nelle risposte. Tra le curve, il corpo vettura si muove un po’, ma senza penalizzare granché il piacere di guida: forte del suo lungo passo, la Superb è sempre stabile e composta.
150 cavalli: a benzina o gasolio? In questa occasione non è stato possibile guidare la nuova versione plug-in: l’ibrida ricaricabile, tra l’altro, arriverà più tardi (nel corso del 2024) rispetto alle varianti diesel e benzina, che apriranno il listino entrambe a quota 150 cavalli. A parità di potenza, l’1.5 benzina elettrificato si rivela silenzioso e non certo privo di carattere; tuttavia, grazie alla robusta coppia in basso, il 2.0 TDI appare più elastico e a suo agio in ogni situazione. Sembra lui, insomma, la scelta più naturale per un’auto come questa wagon, che spesso si troverà a viaggiare a pieno carico: almeno per chi fa tanti chilometri e non deve badare alle restrizioni al traffico tipiche di alcune grandi città.
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