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Polestar 2, prova - l'elettrica svedese che viene dalla Cina

Se il nome Polestar non vi dice nulla, non preoccupatevi perché è normale. La sua carta di identità dice che è una Casa automobilistica nata nel 2017 da una costola di Volvo per produrre auto elettriche. La Polestar 2, protagonista di questa prova, è stata presentata al Salone di Ginevra nel 2019, che peraltro è stato anche l’ultimo in assoluto. Un anno dopo è iniziata la sua commercializzazione in vari paesi del mondo ma non Italia, dove è disponibile solamente da poche settimane. Del resto non è un mistero che il mercato italiano non sia quello più florido per la mobilità elettrica. Le sue misure sono paragonabili a quelle della Tesla Model 3, di cui vuole essere concorrente diretta, mentre la sua base tecnica è quella piattaforma CMA su cui nascono anche le Volvo C40 e le Lynk & Co, ovvero le auto che si possono utilizzare con un canone mensile in stile Netflix. Questa comunanza non deve sorprendere, visto che tutti i marchi fin qui citati sono di proprietà della cinese Geely. Così la Polestar 2 viene prodotta in Cina, nello stabilimento di Luqiao, ma il suo progetto è nato e cresciuto in Svezia, nella sede Polestar di Goteborg. La Casa scandinava, peraltro, ha un’origine assai lontana dalla mobilità elettrica: Polestar, infatti, nasce come un team racing impegnato nelle competizioni turismo, poi si evolve come fornitore di parti speciali per le Volvo e infine ne diventa il preparatore ufficiale, firmando alcuni modelli di serie. Tutto questo fino alla svolta elettrica, nella quale tuttavia sono rimasti alcuni cromosomi della vita precedente. La Polestar 2 in allestimento Performance, infatti, sfoggia ammortizzatori Ohlins di estrazione racing, con la regolazione manuale di compressione ed estensione su ben ventidue posizioni. A questi si aggiungono un impianto frenante Brembo con pinze a quattro pistoncini che non sfigurerebbe tra i cordoli e i cerchi in lega forgiati da 20 pollici. Sono dettagli che probabilmente l’automobilista medio non è in grado di apprezzare, ma che aiutano a definire il carattere di un brand che non ha una storia alle spalle. Parlando invece di powertrain, invece, la scelta è tra tre pacchi batteria – 69, 78 o 82 kWh per autonomie comprese tra 470 e 635 km – e tra le versioni con un solo motore oppure quelle con due, che oltre ad avere 408 CV invece di 230 hanno anche la trazione integrale. Al top di gamma, infine, si pone la suddetta Performance che sale fino a 475 CV ed è la protagonista della nostra prova. Prima di capire come si comporta una berlina da 21 quintali con sospensioni da competizione, diamo un’occhiata all’interno, dove la parentela con Volvo è evidente un po’ ovunque, a partire dal sistema di infontainment con schermo verticale da 11,5 pollici. È basato sulla piattaforma Android Automotive e funziona piuttosto bene, anche se non dispone di un accesso completo a Play Store come accade su modelli concorrenti. Anche la strumentazione digitale fa il suo, senza nessun lag e con una buona dose di personalizzazione. Il quadro hi-tech è completato dal sistema di accesso e avviamento completamente senza chiave e pulsanti, grazie alla app dedicata sullo smartphone. Quanto allo spazio a bordo, davanti si sta comodi con un’ottima posizione di guida, mentre dietro c’è qualche limite che riguarda la testa dei più alti, lo spazio per le gambe del passeggero centrale e il pavimento piuttosto alto (causa batteria) che costringe le ginocchia a un certo angolo. Anche il bagagliaio non è certo da record. Dove invece la Polestar 2 le cava molto bene è nella guida. Se siete fanatici del termico, ovviamente lasciate stare. Ma se siete scevri da pregiudizi apprezzerete di certo l’ottima calibrazione dell’acceleratore e una one pedal driving praticamente perfetta, tanto che non si sente la mancanza di diverse modalità di guida. La Polestar 2 sa sempre cosa volete e pure il feeling del volante è perfettamente in linea con lo spirito dell’auto. Quello della versione Performance è quasi unico e se le vengono richieste le massime prestazioni non esita a mostrarlo. A quel punto, rammentando gli ammortizzatori Ohlins, viene da chiedersi perché esistano gli assetti a regolazione elettronica. Polestar 2 Performance, la schedaChe cos’è: la berlina 100% del marchio nato da una costola di Volvo, diretta concorrente della Tesla Model 3Dimensioni: lunghezza 4,61 metri, larghezza 1,86 m altezza 1,47 m, passo 2,74 mBagagliaio: 405 litriMotore: due motori elettrici, sincrono a magneti permanenti, potenza 476 CV, coppia 740 NmCambio: monomarciaTrazione: integralePregi: prestazioni, piacere di guida, comfort, materialiDifetti: bagagliaio piccolo, spazio posterioreProduzione: Luqiao, CinaPrezzi: il listino della Polestar 2

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