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Prove

Polestar 2 (2024), perché comprarla elettrica e perché no

L'aggiornamento evolve un mezzo già di suo interessante. Il Performance Pack esalta i pregi. Rimangono i soliti difetti

La Polestar 2, un’auto elettrica che vuole appagare chi guida a 360 gradi. E’ arrivata in italia da pochissimo, giusto in tempo per ricevere un aggiornamento con il nuovo model year.

E non si tratta di roba da poco: estetica affinata, un pacco batteria più grande, il motore spostato dietro, anche se il modello in prova è a trazione integrale…e…sissignori, un performance pack per solleticare il gusto di chi cerca le prestazioni. D’altronde, Polestar nasce come scuderia auto.

Come si sarà comportata dunque in questo nuovo appuntamento con il #PerchéComprarlaElettrica? Premete play oppure continuate a leggere.

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Esterni | Interni | Architettura, batteria e autonomia | Ricarica | Guida | Prezzi

Pregi e Difetti

Ci Piace Non Ci Piace
+ Guida appagante – Spazio a bordo dato da piattaforma
+ Qualità percepita degli interni – Pompa di calore solo optional
+ Sistema software  – Chiave non a livello estetico
+ Design accattivante e ricercato – Apertura portellone in basso
+ Performance Pack  

Verdetto

8.3 / 10

Se la primissima versione aveva tracciato la giusta via, la Polestar 2 aggiornata affina e migliora un prodotto che, volenti o nolenti, ha dato valore al proprio nome. La strada percorsa dalla casa svedese nell’offrire un oggetto ricco di personalità, di carisma e fascino non si arresta.

La Polestar 2 è un’auto elettrica che può far divertire alla guida, senza disperdersi dopo il più classico degli 0-100.

Ha una dinamica piacevole, tanta coppia e una posizione di guida che rende giustizia a chi cerca appagamento. Alcuni vizi – come il feedback dato dal comando volante – ancora vanno affinati però. Il tutto, in un ambiente un po’ costretto indubbio, ma bello da vedere ma soprattutto da vivere.

Ecco, è questa la chiave: se i numeri infatti non la rendono di certo la più efficiente ma un’auto deve essere anche un oggetto che va oltre, che deve piacere a livello sensoriale. Provare per credere. Certo, la qualità ha il suo prezzo, e nel caso di Polestar, anche piuttosto elevato.

Esterni

Proporzioni da All Road, linea apparentemente da 3 volumi ma con una coda da fastback rendono la Polestar 2 decisamente interessante allo sguardo. Lo stile di Thomas Ingenlath nasce in Svezia.

Si vede, ha personalità con linee tese e marcate e superfici vetrate evidenti. Mantiene il carattere, ma si è evoluto in questa versione 2024 con la mascherina chiusa, un’evoluzione dei fari a led e gli inserti nel paraurti.

polestar 2 (2024), perché comprarla elettrica e perché no

Stile confermato ma affinato per la Polestar 2. E con il Performance Pack ha dettagli interessanti

Dietro, l’eleganza del proiettore a soluzione unica si nota durante l’accensione. E poi ci sono i dettagli del performance pack come i cerchi in lega forgiati a 4 razze multiple da 20 con lo stile figlio della Polestar 3, ma anche i tappini in color oro o, ancora di più, le pinze anteriori brembo in oro a quattro pistoncini in alluminio. belle. Ah, in tema di personalità: quando si dice con poco si fa molto: confermata la decalomania sulla portiera che, a colpo d’occhio, descrive la versione.

Interni

La Polestar 2 è un’auto che conferma i suoi pregi e difetti: in 4 si sta comodi certo, ma per essere un’elettrica, non è sufficiente. Iniziamo però dal bagagliaio: l’apertura è poco comoda e soggetta a sporcizie varie. Meglio aprire con il telecomando. Il vano è ampio anche se c’è chi fa meglio come capacità. Poco più di 400 litri con 41 che si trovano sotto il pavimento, che diventano poco meno di 1100 con i sedili abbassati.

L’accesso è molto comodo, e ci sono soluzioni intelligenti, come il divisorio rigido, l’asta di fermo per tenere alzato il pavimento e attingere alla botola, oltre a ganci e luce di cortesia, una fascia contenitiva e presa 12 volt. C’è spazio per inserire valige sia da stiva che da cabina.

La cappelliera si toglie agilmente ma non c’è un alloggio predisposto. Comoda anche la botola per gli sci. A sedili abbattuti, il piano che si ricava è omogeneo. Presente anche un vano anteriore dove riporre i cavi e con tanto di kit di riparazione ben incastonato.

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La qualità a bordo è davvero di alto livello

Una volta sistemati i bagagli, si può salire a bordo: l’apertura della portiera è ampia e l’ingresso non è sacrificato. Lo spazio per la testa è sufficiente non di più, considerando la mia altezza di 1 metro e 68. E’ una 2+2 perché il tunnel centrale è davvero molto grande. Un terzo passeggero può sedere ma con sacrificio. In compenso, spazio per le ginocchia e per i piedi, per chi siede ai lati, ce n’è in abbondanza.

Presenti due bocchette per l’areazione, prese USB C e riscaldamento dei sedili, oltre a retine contenitive e le cinture color oro per questa versione. I finestrini poi, non si abbassano del tutto.

Dacia Spring Extreme: dati tecnici

Fuori

Lunghezza

4,60 metri

Larghezza

1,60 metri

Altezza

1,47 metri

Peso

2.113 kg

Passo

2,73 metri

Dentro

Bagagliaio

405 litri | 1095 litri

Bagagliaio anteriore

41 litri

 
 

Architettura, batteria e autonomia

La Polestar 2 è un segmento D con passo di oltre 2 metri e 70 centimetri per una lunghezza di 4 metri e 60, nasce sulla conosciuta piattaforma CMA, compact modular architecure, che il gruppo Geely ha progettato congiuntamente con Volvo, e che viene utilizzata fin dal 2017.

E’ una piattaforma multienergia, e sulla Polestar 2 ospita un motore al posteriore, o come in questo caso, con il performance pack, due motori per una potenza di 350 kW e una coppia di 740 Nm.

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La piattaforma CMA condivisa sulla Polestar 2 in versione AWD con Performance Pack

Il pacco batteria, CATL con 27 moduli, ha una capacità nominale di 82 kWh, di cui 79 sfruttabili. Il raffreddamento è a liquido e su questa versione è presente anche la pompa di calore opzionale. La garanzia del pacco batteria è di 8 anni o 160mila chilometri con uno state of health inferiore al 70%.

In questa versione Performance Pack, predilige maggiormente le prestazioni assolute ai consumi. Ci sta, ma la conseguenza è che, per la sua trazione e per l’erogazione della coppia motrice, la Performance consuma 18.6 kWh su 100 km in città, 14.5 in extraurbano sfruttando maggiormente la sua scorrevolezza, e 23 in extraurbano.

Il tutto guidando in maniera “elettrica” perché, qualora si voglia affondare maggiormente e sfruttare al massimo le prestazioni dell’auto, il consumo sale in maniera anche più considerevole.   
I consumi sono stati registrati a dicembre con temperature comprese tra 5 e 10 gradi.

Ricarica

Prendendo in considerazione i nostri 4 standard di riferimento, ecco i tempi stimati.

A casa, collegandosi a una presa domestica ogni ora si ricaricano circa 12 km. Con una wallbox e una potenza del contatore maggiorata a 6 Kw, dunque con uno sfruttamento valutabile su 4,5 kW, si sale a 24 km ogni ora di ricarica.

Collegandosi invece ad una colonnina pubblica AC da 22 kW si arriva ad una velocità di ricarica di 59 km circa ogni ora con il caricatore di bordo che arriva a 11 kW

In corrente continua, ad una colonnina da 50 kW la Polestar 2 ricarica 267 chilometri ogni ora, oltre 530 con una colonnina da 100 kW. La potenza di picco di carica è di 205 kW.

Da sottolineare comunque come la Polestar 2 permetta la gestione dell’amperaggio tramite il monitor dell’infotainment, un elemento da non sottovalutare per gestire il tempo di carica.

Durante la sosta….il sistema multimediale permette di potersi svagare al meglio tra sistemi di streaming, radio dab o perché no, anche Spotify.

Guida

350 Kw di potenza, 475 cv, 740 Nm, 0-100 in 4,2 secondi: questa è la versione Long Range Dual Motor con Performance pack, che significa avere sospensioni ohlins regolabili, ammortizzatori a doppio tubo, oltre a un lavoro sul software da parte dei tecnici Polestar. In più, i cerchi da 20, pinze Brembo. Tutto però, parte parte dalla posizione di guida.

Si perché la triangolazione è pensata per un’auto dall’indole sportiva: pedaliera più sollevata, seduta più incassata. Regolabile il tutto certo, ma l’impostazione è chiara. La Polestar2 vole offrire una sensazione di controllo, e poco importa se poi i limiti della carrozzeria non si vedono bene: la propriocezione è ottimale, la visiblità anteriore e laterale è davvero buona.

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Dinamica di guida interessante e appagante, con tanta potenza e tanta coppia

Eppure, quest’auto non vuole essere “protagonista”, ma piu che altro, vuole essere compagna. Mi spiego meglio: la trazione è sempre progressiva, lineare. Intendiamoci, è una macchina con tanta potenza, è prorompente, ma gestibile. La trazione è impressionante, ma è aiutata da questa impostazione, oltre che dal baricentro basso dato dal peso delle batterie, e dalla gestione della ripartizione della coppia sui due assi, davvero a punto.

Tutto però passa da un elemento chiave: il feedback del pedale dell’acceleratore, davvero a punto: Carico corretto, non troppo lungo come escursione. Non ci sono delle mappe a disposizione, ma sono sincero, non servono.

E’ chiaro che quando si aumenta il ritmo, la tendenza all’imbardata è dietro l’angolo, anche se ben gestita dall’elettronica. Tramite questo tasto, si può decidere di disattivare l’ESC è gestire in maniera più autonoma l’imbardata, cum “salo granis” perché potenza e peso non ingannano la fisica. E’ qui che comunque, la progressività dell’accelerazione aiuta tanto.

C’è poi la fase di frenata e della rigenerazione che ho apprezzato. Può essere settata su tre livelli di intensità fino a un vero e proprio one pedal feeling, ma soprattutto quando si guida, bisogna lavorare con il pedale del freno che ha un giusto mordente e, soprattutto, la gestione della rigenerazione e della frenata meccanica – con pinze apposite in questo pack – permette di gestire in maniera buona e efficace la fase di inserimento in curva, percependo bene anche i trasferimenti di carico.

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La Polestar 2 oltre a potenza e piacere di guida, è anche comoda per viaggiare

Si perché credo che il miglior pregio della Polestar 2 sia la sua sincerità, il suo bilanciamento neutro con un anteriore reattivo e un posteriore che chiude bene le traiettorie. A proposito vi ricordo anche lo schema sospensivo: macpherson davanti multilink dietro.

L’unico elemento che mi ha convinto poco, ma non è un cosa da poco – scusate il gioco di parole voluto – è lo sterzo. Il volante si può regolare su tre diversi livelli di carico, ma rimane artificiale e troppo leggero. Offre risposte troppo filtrate rispetto a quello che ti aspetti da un’auto cosi. E quindi – sì – per le potenzialità che ho detto prima, sentire l’anteriore “leggero” in inserimento non è il massimo.

Al netto della guida dinamica, la Polestar 2 in città o nei trasferimenti conferma quanto detto sopra. E’ un’auto equilibrata, che assorbe bene buche, dossi e sconnessioni, e che si lascia guidare anche con delicatezza, sfruttando anche la guida one pedal, e facendosi apprezzare il comfort acustico davvero molto buono. Una guida ovattata e comfortevole. Anche questa è qualità.

La Tecnica

Motore

Sincroni a magneti permanenti

Potenza

350 kW

Coppia

740 Nm

Capacità Pacco Batterie

Tipo di Ricarica

 
79 kWh 
Mennekes | CCS Combo2

Prezzi

La Polestar 2 ha un prezzo di partenza di 54.550 Euro per la versione standard range con singolo motore. Si passa a circa 58.000 con la long range single motor mentre se volete la trazione integrale si sforano i 60 mila euro. La versione in prova con il performance pack raggiunge i 68.550 Euro.

Quali accessori consigliare? La valutazione si lega principalmente alle versioni visto che la base ha 69 kWh e carica a 135 kW per esempio. Il consiglio è quello di partire almeno dalla long range single motor visto che la carica in DC arriva a 205 kW.

Se volete più potenza con qualche chilometro in meno di autonomia, allora la dual motor può fare al caso vostro visto che tra single e dual ballano 90 kW, ma soprattutto 250 Nm. Più in generale, pilot pack e plus pack sono upgrade praticamente fondamentali.

Certo, se volete elevare l’esperienza, il performance pack oggetto della prova è da valutare, vista anche l’ingegnerizzazione del telaio, oltre ai fattori tecnici e estetici a supporto.

Fotogallery: Polestar 2 (2024)

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