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Volt: Prova navigatori auto elettriche (Polestar2 e Tesla Model 3) per ricarica e autonomia

I navigatori non sono mai stati così cruciali come ora. E non stiamo parlando degli algoritmi che ti fanno evitare il traffico, ma dei sistemi di pianificazione delle soste per “fare il pieno” alle elettriche. Un dettaglio che per chi guida una termica potrebbe sembrare secondario, vista la rapidità di rifornimento e la capillarità delle stazioni di servizio, ma che con le Bev è fondamentale per viaggiare senza perdere tempo.

I navigatori di molte elettriche, infatti, creano da soli un piano di viaggio che include i vari stop alle colonnine necessari per raggiungere la meta impostata. Nel calcolo dei tratti vengono considerati i consumi e la velocità di ricarica, così da trovare la strategia migliore per ridurre il più possibile il tempo di viaggio. In maniera fredda e meccanica, però, a discapito delle esigenze del guidatore, come le soste per pranzo e cena o quelle per sgranchirsi le gambe. Abbiamo perciò voluto testare i navigatori di due auto elettriche per scoprire se e quanto la pianificazione automatica possa effettivamente farci viaggiare meglio. Protagoniste della prova, che ha visto due simulazioni di percorso ‒ con partenza da Milano e arrivo in un caso a Reggio Calabria e nell’altra a Madrid ‒, sono state la Polestar 2 (vedere a pag. 14 di Volt) e la Tesla Model 3. Entrambe in versione Long Range; la svedese, però, ha un solo motore e la trazione posteriore, mentre l’americana è una bimotore 4×4.

Caratteristiche che influiscono sulle percorrenze ottenibili con un “pieno” e che, sui lunghi viaggi, si fanno sentire: per la Polestar, con batteria da 79 kWh utilizzabili, che accetta ricariche con potenza massima di 205 kW, il Centro prove ha misurato un’autonomia media di 482 km (380 in autostrada, terreno in cui si svolge il test). La Tesla, che ha invece un range di 400 km (331 in autostrada), dispone anch’essa di un accumulatore da circa 79 kWh netti e può caricare un po’ più rapidamente, fino a 250 kW. Con la Model 3, quindi, si fa un po’ meno strada, ma le soste sono più rapide, mentre con la “2” è il contrario: dire che sia meglio una o l’altra è questione soggettiva, anche perché nell’esperienza di utilizzo non si finisce mai per sfruttare totalmente né la potenza massima di ricarica né l’effettiva autonomia. Il discorso cambia, invece, quando si prende in considerazione il sistema di pianificazione dei viaggi: quello dell’americana è più efficiente e “intelligente”, mentre quello della svedese appare fin troppo “rigido” e propone soste che potrebbero essere evitate, o almeno così è avvenuto nei nostri due test.

I freddi numeri analizzati dagli algoritmi, dunque, non sempre danno vita a itinerari che si sposano con le esigenze di chi guida. Applicando alla lettera le loro strategie si risparmia sicuramente tempo, ma per seguire ciò che dicono bisognerebbe essere degli automi. Come fare, quindi, per viaggiare comodamente, ma senza perdere troppo tempo? Come spesso accade, la soluzione sta nel mezzo: si parte seguendo la tattica del navigatore e la si adegua nel corso del viaggio, a seconda di ciò che si vuole fare in quel momento. Nulla di più semplice.

Se il pianificatore non c’è, l’aiuto può arrivare dall’app

Non tutte le elettriche offrono la pianificazione delle soste nei viaggi. Pur avendo funzioni di ricerca delle colonnine, molti sistemi non sono in grado di “capire” dov’è meglio fermarsi per non perdere troppo tempo. A risolvere questo problema ci pensa una serie di applicazioni per smartphone, come quella di Enel X Way ‒ che, oltre a integrare il servizio di pianificazione (grazie ai dati di Power cruise control), consente anche di gestire il proprio abbonamento e di avviare le ricariche ‒ e A better route planner (Abrp). Vista la sua poliedricità, abbiamo utilizzato proprio la prima per simulare gli itinerari del test, individuando soltanto piccole differenze di strategia rispetto ai navigatori delle auto. Che, in alcuni casi, possono comportare un lieve allungamento dei tempi di viaggio.

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Gli algoritmi non sempre danno vita a itinerari che si sposano con le esigenze di chi guida. Bisogna quindi imparare a seguirli senza prenderli alla lettera, trovando di volta in volta la colonnina di ricarica più adatta alle proprie esigenze.

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