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Xiaomi SU7 – A tu per tu con la “Taycan d’Oriente”

xiaomi su7 – a tu per tu con la “taycan d’oriente”

Xiaomi SU7 – A tu per tu con la “Taycan d’Oriente”

L’elettrica più chiacchierata del momento non è di un marchio automobilistico. Ed è cinese. Stiamo parlando, ovviamente, della Xiaomi SU7, la Taycan d’Oriente. Che ho visto e toccato con mano proprio in Cina durante la settimana del Salone di Pechino (città dove viene costruita, in partnership con la Baic). Lo confesso: sono uno di quelli che si è visto tutti i reel e video vari (anche in cinese, capendoci poco e niente). Perché l’auto m’ha incuriosito parecchio, più per la sua storia che per le sue linee, e le aspettative erano elevatissime.

 

Tutti i numeri. Parto con un piccolo ripasso dei suoi numeri, che fa sempre comodo. La Xiaomi SU7 è una berlina-coupé a quattro porte lunga 4.997 mm, larga 1.963, alta 1.455 mm e con un passo di tre metri esatti.  elettrica ed è proposta con tre tagli batteria (Lfp da 73,6 o 94,3 kWh e Nmc, Catl Qilin, da 101 kWh) per autonomie di 700, 800 e 830 km nel ciclo cinese (più permissivo rispetto al nostro Wltp): in futuro dovrebbero arrivare anche accumulatori da 132 e 150 kWh. A seconda della versione ha un motore posteriore da 299 CV o due unità propulsive, che realizzano la trazione integrale e garantiscono 673 CV di potenza massima. In quest’ultima configurazione, chiamata Max e proposta con un prezzo equivalente a 38.750 euro, la Xiaomi SU7 brucia lo 0-100 in 2,78 secondi e tocca una velocità massima di 265 km/h. Alla versione base da 27.900 euro, invece, per lo 0-100 servono 5,3 secondi, mentre la velocità massima è di 210 km/h. E non sto a elencarvi tutte le tecnologie che nasconde: se le volete scoprire, le trovate qui.

Ecco com’è dal vivo. Centimetro più, centimetro meno, la SU7 ha le stesse dimensioni di una Porsche Taycan, della quale molti l’hanno additata come clone, o quasi. Su strada fa un effetto totalmente diverso e non somiglia molto all’elettrica tedesca. Anzi, sono altri i dettagli che ti ricordano auto già viste, come i fari, che a me hanno fatto venire in mente una McLaren. Tralasciando i giudizi estetici, passo al succo del discorso. L’auto è estremamente interessante: è fatta bene, anche per gli standard europei e qualitativamente presta il fianco a ben poche critiche. C’è tanta plastica, ma di buona qualità e ben assemblata (anche se negli interni ho notato diversi scricchiolii). L’ambiente non è dei più accoglienti, ma è molto spazioso (io, 1 e 85, sto seduto comodo tanto davanti quanto dietro) e ha tutto quel che serve: un piccolo quadro strumenti, un volante ben rifinito e bello da impugnare e un grande touchscreen ad alta definizione molto reattivo. I comandi fisici praticamente non ci sono: a parte il tasto per l’accensione e pochi altri (come quelli sul volante), i pulsanti sono optional. Esatto, per averli dovete andare in uno Xiaomi Store e comprarli, toglierli dalla scatola e fissarli (con estrema facilità) al display centrale. Che li riconosce immediatamente e tramite una schermata apposita ti consente di personalizzarli. Esattamente come si fa anche con il doppio schermo tondo che si può montare sopra l’infotainment, per avere qualche info in più. Questo dettaglio, insieme alle prestazioni, al prezzo contenuto e ad altre particolarità (come il bagagliaio molto grande con un enorme pozzetto sotto al pavimento) hanno focalizzato l’attenzione del web sulla Su7, facendole raccogliere quasi 100 mila prenotazioni nei primi due giorni della sua carriera commerciale. E questo numero, sono pronto a scommetterlo, è destinato a crescere parecchio quando la gente la vedrà in giro (in Europa dovrebbe arrivare il prossimo anno, in teoria). Perché alla gente piace, attira gli sguardi: sulle strade di Pechino tutti si voltavano per vederla. Distogliendo per qualche secondo l’attenzione da ciò che, purtroppo, è la loro ragione di vita: lo smartphone, tra WeChat e TikTok.

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