Renault cerca nuovi partner in Cina: tratta con Xiaomi e Li Auto
I colloqui al Salone dell’Auto di Pechino si inseriscono in un contesto di relazioni sempre più tese tra Europa e Cina, con la Commissione europea che ha avviato una serie di indagini sull’ipotesi che le esportazioni cinesi siano sostenute da sussidi statali e sleali, spingendo artificiosamente l’acceleratore della competitività di prezzo. Le vendite di automobili prodotte da brand cinesi sono stimate in aumento dell’1% al 5% delle quote di mercato in soli tre anni (2021-2024) dall’AlixPartners Global Outlook infra-annuale, presentato in settimana.
Secondo il Kiel Institute for the World Economy i sussidi del governo cinese alle industrie locali sono almeno tre, quattro o addirittura nove volte superiori a quelli concessi dai principali paesi dell’Ue e dell’Ocse, come gli Stati Uniti o la Germania. Tra i maggiori beneficiari degli incentivi statali cinesi ci sarebbe il leader cinese delle auto elettriche (a batteria e ibride plug-in), BYD, che solo nel 2022 avrebb ricevuto circa 2,1 miliardi di euro dal governo di Pechino. Aiuti statali passati da 220 milioni nel 2020 a 2,1 miliardi due anni dopo, secondo lo studio pubblicato il 10 aprile dall’istituto tedesco. La Cina ovviamente queste tesi e questi dati, anzi accusa l’Europa di protezionismo.
Renault è già partner nella joint ventur Horse con il primo gruppo privato cinese, Geely, per quanto riguarda i propulsori termici e ibridi e collabora con Google e Qualcomm nello sviluppo degli abitacoli intelligenti.