George Russell durante il giro della pole position del GP del Canada a Montreal
Allo show finale hanno partecipato le due McLaren, le due Mercedes e, un po’ a sorpresa, le due Aston Martin e le due Racing Bulls, oltre alla Red Bull del cannibale ed alla Williams di Albon. I bolidi germanici erano in testa anche nel primo tentativo della corrida decisiva fatto con gomme usate, ma non sono riuscite ad abbassare i tempi nel secondo terminato sotto la bandiera a scacchi. Per una questione di millesimi, il sette volte campione del mondo è precipitato della prima fila in settima posizione a fianco di Tsunoda. Oggi alle 20 ora italiana (diretta su Sky) si spegneranno i semafori e la battaglia sarà molto calda.
Nei due giorni di prove libere è arrivata la conferma, che attende la controprova della gara, di una Mercedes finalmente in palla. La squadra di Stoccarda potrebbe unirsi a tre top team per rendere ancora più avvincente lo spettacolo. Che la Stella veda un filo di luce lo aveva anticipato Lewis Hamilton che inizia a togliersi la polvere di dosso in attesa dello sbarco a Maranello dove aprirà l’ultima parentesi della sua straordinaria carriera. L’Imperatore, già al giovedì, aveva un sorriso raggiante e confidava molto negli sviluppi, soprattutto nella nuova ala anteriore che potrebbe far decollare le Frecce.
Toto Wolff è innamorato di Verstappen e non si sente di impegnarsi con un altro sedile a lungo, sperando che la corte riesca a fare breccia nell’olandese. Se non nel 2025, almeno nel 2026. E il ragazzo di Madrid non è certo il profilo adatto per fare il tappabuchi. Chiusa la porta di Berkeley, l’espertissimo Helmut Marko, che conosce Carlos da quando era bambino, ci ha parlato a lungo recentemente e lo avrebbe volentieri rimesso a fianco di Max, ha dato la sua lettura: «Andrà all’Audi, è impossibile contrastare un’offerta del genere…». La strada per Ingolstadt appariva asfaltata, prendendo il posto del padre che, dopo aver vinto la Dakar, a 63 anni è emigrato in Ford per difendere la corona.
Invece si è aperta la chance Williams, una scuderia gloriosissima, ma con un presente e un recente passato non di primo piano. Per convincerlo è sceso in campo James Vowles, il team principal di Grove, ex ingegnere fenomeno in Mercedes. James ha giocato a carte scoperte, dicendo che l’offerta per lo spagnolo è stata recapitata e, per il momento, non ancora rifiutata. Il tecnico inglese ha illustrato pure la validità: il team è in crescita, molti investimenti sono stati fatti e persone talentuose salite a bordo.
In più la proprietà è sana e la partnership con Mercedes una garanzia in vista dei nuovi propulsori. Sainz, da parte sua, ha confermato: la margherita da sfogliare e fra Audi e Williams, poi tirerà fuori la pena per firmare. Ma non è facile fra frutti profondamente diversi. Intanto crescono le discussioni sulle nuove regole presentate dalla Fia per le vetture del 2026. Dopo Hamilton e Newey, anche Andrea Stella è stato parecchio critico. Si dovrà riaprire un dibattito con i costruttori artefici dello spettacolo e la Fia non ha nulla in contrario.