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RCA – Polizze auto con scatola nera: le risultanze hanno valore di prova legale?

rca – polizze auto con scatola nera: le risultanze hanno valore di prova legale?

RCA – Polizze auto con scatola nera: le risultanze hanno valore di prova legale?

Da anni si dibatte su una questione: nel settore delle assicurazioni auto, le risultanze delle scatole hanno valore di prova legale vincolante per i giudici? La risposta è no, come ha stabilito la recente ordinanza 13725/2024 della Cassazione, perché mancano le regole chiave. La Corte di legittimità arriva alla conclusione dopo un ragionamento in vari passi. Le black box, registrando la dinamica degli incidenti, dovrebbero aiutare ad attribuire le responsabilità dei sinistri e a ridurre le frodi nella Rc auto e nelle altre polizze (come quella sul furto). La Corte di legittimità analizza il codice delle assicurazioni (articolo 145 bis introdotto nel 2017): questo prevede che, in caso di sinistro, le risultanze delle scatole nere facciano piena prova per definirne le responsabilità (e per altre questioni connesse alla circolazione). Il codice delle assicurazioni, dice sempre la Cassazione, rimanda a successivi decreti attuativi ministeriali che avrebbero dovuto fissare quattro punti chiave: le caratteristiche tecniche delle black box; le modalità di conservazione dei dati e la loro non ripudiabilità; le norme sulla portabilità dei dispositivi fra compagnie (cui ha appena accennato anche il ministro delle Imprese, Adolfo Urso). Decreti attuativi mai emanati: e qui tutto crolla.

Indizi, non prove. Pertanto, conclude la Cassazione, in assenza di decreti attuativi, non è possibile attribuire valore legale a un dato raccolto da uno strumento prodotto da un privato per un privato senza che sia assoggettato a qualsivoglia forma di controllo o al rispetto di determinati parametri. Insomma, dal punto di vista legale, le risultanze della scatole nere sono al massimo un indizio, non una prova legale vincolante per i giudici.

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