La Germania vorrebbe evitare i dazi per paura delle contromisure in Cina. Altri Paesi no
L’Unione europea ha sul tavolo due questioni importantissime legate al settore auto: lo stop alle nuove auto con motori termici nel 2035 e i dazi sull’importazione delle auto cinesi.
La Francia è stata tra i più convinti sostenitori dei dazi cinesi, ma adesso è alle prese con il ballottaggio delle elezioni. Tuttavia, sebbene la partita sia ancora aperta, bisognerà decidere in fretta. Domani, 4 luglio, i dazi provvisori sui veicoli elettrici prodotti in Cina entrano in vigore. Pechino ha chiesto di ripensarci e il dialogo tra le parti non è facile.
Intanto, mentre l’Europa si assesta con le tante elezioni in ballo in diversi Paesi, la minaccia di contromisure da parte del governo cinese è sempre più vicina.
I Paesi pro e quelli contro
La Germania vorrebbe negoziare con la Cina perché le sue case automobilistiche sostengono che aumentare il costo dei veicoli elettrici per i consumatori mina l’obiettivo dell’Ue di essere carbon-neutral entro il 2050 e, soprattutto, la rappresaglia di Pechino potrebbe comportare tariffe aggiuntive sulle esportazioni delle auto di lusso dall’Ue (oltre che di altri prodotti, tra cui il cognac e la carne di maiale) negative per il mercato.
La Reuters ha condotto un sondaggio tra i governi dell’Ue e la maggior parte dei paesi sta ancora soppesando i pro e i contro dell’escalation della disputa commerciale. Francia, Italia e Spagna, che rappresentano il 40% della popolazione dell’Ue, hanno dichiarato che sosterrebbero i dazi. “L’Europa deve difendersi se le nostre aziende vengono danneggiate e non competono ad armi pari”, ha detto alla Reuters il ministero dell’Economia spagnolo.
Le prossime tappe
La questione sarà sottoposta ai membri in un voto consultivo nelle prossime settimane e questo sarà il primo test ufficiale di supporto in un caso storico per la Commissione. I membri dell’Ue, come ricorda l’agenzia di stampa, voteranno anche a ottobre se la Commissione – al termine dell’indagine in corso – proporrà tariffe pluriennali.
Qualunque sarà l’esito di questa vicenda è ovvio che sarà decisivo per le future relazioni tra l’Europa e la Cina. “Per essere onesti, è anche un messaggio soprattutto per la cancelleria tedesca”, ha detto Alicia Garcia Herrero, una ricercatrice senior presso il think tank economico Bruegel con sede a Bruxelles. L’esito, infatti, determinerà anche le relazioni interne alla stessa Unione. Continuate a seguirci per saperne di più.