- Cosa sono i dazi
- Cosa succede ora
- Le consultazioni
- Il testo definitivo
- Chi è coinvolto
- Questioni aperte
Roma, 5 luglio 2024 – La Cina fornisce sussidi di Stato ai produttori di auto elettriche, ritenuti ‘sleali’ nel confronti delle case del Vecchio Continente e così l’Europa risponde alzando la barriera dei dazi sulle importazioni provenienti da Pechino. Si parte da oggi, venerdì 5 luglio, data nella quale parte un iter che si annuncia complesso, perché complessa è anche la partita degli interessi in campo.
Cosa sono i dazi
I dazi, in parole povere, sono misure economiche protezionistiche nei confronti di prodotti realizzati in altri paesi. In pratica un costo supplementare (come una tassa) che deve pagare chi vuol fare entrare il suo prodotto in un determinato paese.
Cosa succede ora
La prima fase sarà provvisoria e durerà 4 mesi. Ci si è arrivati dopo il fallimento delle trattative tra le parti, che però non ha portato alla rottura dei contatti. In effetti il tema resta sul tavolo, con la prospettiva che possano arrivare quanto meno dei correttivi. Lo conferma la stessa Commissione Europea: “I contatti a livello tecnico proseguono al fine di raggiungere una soluzione compatibile con l’Organizzazione mondiale del commercio, che risponda adeguatamente alle preoccupazioni sollevate dall’Unione europea”
Le consultazioni
A dimostrazione del fatto che la partita non è ancora chiusa, le parti coinvolte dalla procedura provvisoria hanno la facoltà sia di chiedere un’audizione con la Commissione (la richiesta deve essere avanzata entro 5 giorni dall’entrata in vigore delle misure), sia di fornire osservazioni sul merito (in questo caso la finestra si allunga a 15 giorni). Dopo di che, tenuto conto di tutte le nuove informazioni ed eventuali proposte pervenute, la Commissione tornerà sul tema, pubblicando una proposta di misure definitive, alle quali le parti interessate avranno 10 giorni di tempo per rispondere con eventuali ulteriori osservazioni.
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Il testo definitivo
Chi è coinvolto
Al momento i dazi ‘individuali’ verranno applicati a tre produttori individuati come ‘campione’. Si tratta di Byd (che dovrà fare i conti con una misura pari al 17,4%), Geely (19.9%) e Saic (37,6%). I produttori cinesi sono però ovviamente ben maggiori: per stabilire gli importi provvisori, la Commissione ha scelto di dividere il gruppo in due categorie, in base a chi ha scelto di collaborare con l’inchiesta europea avviata in materia e chi ha deciso di non farlo. Al primo gruppo verranno applicati dazi medi del 20,8%, che saliranno alla media del 37,6% per i secondi.
Questioni aperte
Se l’intento dichiarato è quello di sostenere i produttori di auto europei che dovrebbero altrimenti fare i conti con una competizione su prezzi non concorrenziali, le conseguenze empiriche che deriveranno da questa strategia non mettono tutti d’accordo. Le principali perplessità arrivano dai Governi (come quello tedesco) che da una parte temono la possibile escalation di una guerra commerciale con la Cina i cui esiti sono quanto meno incerti e dall’altra i danni che ricadrebbero sulle case che hanno avviato la produzione automobilistica nel Paese asiatico. Il tutto senza dimenticare che a Pechino si trova una larghissima parte delle materie prime necessarie a realizzare le batterie elettriche delle quali l’Unione Europea è in pratica dipendente. Il rischio paventato è dunque quello che questo genere di barriera commerciale possa creare più problemi che soluzioni. Per questo l’auspicio resta quello di una mediazione al tavolo delle trattative.