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Energy Saving e Fiat X 1/75. L’avanguardia, ieri

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Quando si parla di sviluppo di un’automobile si sente spesso parlare di centri stile, ricerca e sviluppo, ingegneria del veicolo e così via. Ma in Italia e precisamente ad Orbassano alle porte di Torino, esiste (anche se non si sa ancora per quanto dato il futuro sempre più incerto) una realtà che dal 1978 ha rivoluzionato, invenzione dopo invenzione il mondo dell’auto sotto ogni punto di vista possibile: questo è il prestigioso Centro Ricerche Fiat (CRF) struttura dall’anima unica inaugurata come polo dell’innovazione del Gruppo Fiat, capace di fondere in un sol luogo arte, tecnica e scienza. Oltre 3000 i suoi brevetti, e qui ne approfittiamo per raccontarvene alcuni di assoluta avanguardia.

La Fiat “Energy Saving”

Il progetto di questo sistema prende il via con l’obiettivo di migliorare i consumi delle vetture in gamma. Quindi una soluzione in grado di poter arrivare in tempi brevi sul mercato, in modo da fornire una soluzione a quell’ampia parte di pubblico maggiormente influenzata dagli effetti della crisi petrolifera e dalle nuove istanze di riduzione delle emissioni nocive.

energy saving e fiat x 1/75. l’avanguardia, ieri

Fiat Energy Saving

Nel 1982 viene lanciata una versione della Fiat Ritmo chiamata “ES”, ovvero Energy Saving (salva energia): questa era basata sulla versione “Ritmo 60” e caratterizzata esteticamente da un sottile spoiler posizionato sopra il lunotto, copri cerchi aerodinamici e deflettori sopra i finestrini anteriori. Tutte strategie di efficientamento aerodinamico dell’auto, in ottica di riduzione dei consumi (il Cx infatti passa da 0,38 a 0,37). All’interno spicca nel quadro strumenti l’indicatore detto “Econometro” che consigliava quando cambiare marcia per una maggiore economia di guida.

Ma è nel motore che vennero fatte le maggiori modifiche per migliorarne l’economia nei consumi: al quattro cilindri in linea da 1.116 cc fu innalzato il rapporto di compressione, modificata la fasatura, l’asse a camme, e adottato un carburatore doppio corpo abbinato ad un sistema denominato “cut off”, composto da una centralina che attraverso elettrovalvola chiudeva le farfalle dei carburatori in fase di rilascio, disinserendosi appena raggiunto il regime del minimo. Inoltre, smagriva la carburazione limitando i consumi (22 km/l). La cavalleria rimaneva di 55 CV ma migliorando la coppia massima. Da ricordare anche l’adozione di pneumatici Good Year a bassa resistenza.

La gamma ES si amplia

Data la buona risposta del mercato, nel 1983 fu la volta della Fiat Uno ES basata sulla “45 Super” (solo tre porte) con copri cerchi aerodinamici, pinne davanti le ruote posteriori e profili perfezionati per una migliore sigillatura e aerodinamica (Cx 0,33): tornano l’Econometro e le modifiche al motore, in questo caso al 903 cc con carburatore monocorpo, e sempre 45 CV.

A completare l’offerta la Fiat Regata ES presentata nello stesso anno e basata sulla versione “70”, qui caratterizzata esteticamente dai copri cerchi aerodinamici, spoiler posteriore e deflettori sopra i finestrini anteriori. All’interno il “Consumometro” mentre sotto il cofano troviamo le conosciute modifiche al 1.301 cc ma con un leggero decremento di cavalli, ovvero 68.

La Regata Energy Saving vantava l’adozione di un inedito sistema che spegneva l’automobile ad ogni sosta prolungata (opera dell’altra ingegnere Mauro Palitto, capo del Centro Ricerche Fiat), riattivabile sfiorando il pedale della frizione e disinseribile a scelta.

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Le versioni Energy Saving per quanto efficaci nel ridurre i consumi non ebbero il successo meritato, fermate dall’efficienza superiore del nuovo motore Fire.

Fiat X 1/75. Il massimo con il minimo

Il prototipo generalmente denominato Fiat X1/75 venne costruito nel 1986, nell’ambito di un progetto promosso dal Consiglio Nazionale delle Ricerche con obiettivo la riduzione del consumo di carburante negli autoveicoli.

Il progetto si pone come una vera e propria “vettura di ricerca” ricca di elementi propositivi e perfezionamenti, costituendo in particolare uno dei primi esempi di applicazione dei sistemi di iniezione diretta e turbocompressione su motori di piccola cilindrata: equipaggiato con un bicilindrico diesel a iniezione diretta di 770 cc, il prototipo consente una percorrenza di ben 40 km/l di gasolio e velocità massima di 135 km/h.

Questo risultato venne ottenuto anche grazie allo studio accurato dell’aerodinamica, sperimentata su un telaio di base Fiat Panda opportunamente modificato nella carrozzeria attraverso l’adozione di pannelli strutturali (in parte integrati al telaio) realizzati in un leggero materiale polimerico rinforzato con fibre di vetro: difatti salta all’occhio il cofano anteriore molto inclinato, tutti gli elementi a filo carrozzeria, gli spigoli perfettamente raccordati, ruote posteriori semi carenate e coda caratterizzata da un profilo continuo che consente di staccare i flussi d’aria pulendo e chiudendo la scia. Ne risulta un coefficiente (Cx) di 0,245, e una massa a vuoto di soli 584 kg.

Tra le altre soluzioni tecniche di maggior rilievo, l’adozione del cambio a variazione continua di rapporto mediante cinghia (CVT), che successivamente verrà offerto come optional sull’intera gamma di veicoli Fiat.

Lo studio prefigurò nelle linee la futura Fiat Cinquecento prodotta a partire dal 1991, contribuendo ad evolvere la tecnica ed il design dei prodotti Fiat, anche se purtroppo un tale concentrato di soluzioni non si vedrà su un singolo modello. Il Centro Ricerche Fiat è un’autentica vera eccellenza italiana che ha cambiato (e sarebbe auspicabile continuasse a farlo) la nostra storia dell’auto. E non solo.

Autore: Federico Signorelli

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