FIAT

125 anni di storia Fiat, i protagonisti: Dante Giacosa

Figure cruciali nella storia della Fiat, come Dante Giacosa. Progettista, ha accompagnato l'azienda, dall'interno, per oltre 40 anni, sviluppando innovazioni rimaste nella storia

125 anni di storia fiat, i protagonisti: dante giacosa

Nei 125 anni di storia della Fiat, ci sono personaggi, tecnici, che hanno contribuito in modo decisivo non solo alle sorti dell’azienda torinese, ma in un’ottica più ampia all’intera industria dell’auto.

Dante Giacosa è, di diritto, tra gli innovatori dell’auto nel Novecento. Papà della Nuova 500, certo. Ma è un ruolo riduttivo nel quale inquadrare l’ingegnere nato a Roma da famiglia piemontese.

La storia della Fiat è (anche) storia di grandi innovazioni tecniche, tra cui al grande pubblico resta memoria – quale esempio migliore (e occasione persa?) – lo sviluppo dei moderni motori diesel common rail.

La progettazione integrata

A Giacosa, ingegnere formatori al Politecnico di Torino, si deve il progetto della Nuova 500, la serie del 1957 che gli varrà il premio Compasso d’Oro nel 1959. Un riconoscimento nel campo del design, per lui che anzitutto è stato progettista a tutto tondo, a ricercare le integrazioni massime tra meccanica, ingombri, economie di produzione, funzionalità e, quale risultante, stile.

In Fiat approda, lavorando in SPA – Società Piemontese Automobili dal 1927 – da nelaureato a 22 anni -, nel 1929. Automobili e non solo, tra gli ambiti di impegno progettuale. Ad esempio, il primo progetto in Fiat è sul trattore Pavesi P4, nel ’29. Ma anche progettazione nel campo dei motori marini, degli impieghi industriali, quelli aeronautici.

Nel ’36 lavorò alla Fiat Topolino, antesignana della nuova 500 che sarebbe arrivata di lì a 20 anni. Topolino che ebbe peculiarità tecniche sul posizionamento del motore e la progettazione della sospensione anteriore a ruote indipendenti. Dettagli in grado di stupire al tempo.

Negli anni Trenta, il lavoro a un’auto “del popolo” era tema attuale in Europa. La Topolino progettata da Giacosa riassunse in 3 metri e 30 centimetri un’auto per 2 adulti e 2 bambini, con motore quattro cilindri e un pacchetto che conterà 500 mila unità vendute fino al 1955.

Nuova 500, la 600 Multipla, motori e non solo

È dopo la guerra che, nell’auto, inizia la cavalcata di novità tecniche e progettuali grazie alle quali Fiat assurgerà a un ruolo di rilievo mondiale nella progettazione di auto piccole.

Dal ’46 Giacosa è direttore tecnico della Fiat e firmerà progetti innovativi e di successo che, oltre alla nuova 500, conteranno la 600 Multipla (sigla di progetto Fiat 100), fino alla Autobianchi 112. Passando per le “grandi” Fiat come la 1400 a motore e trazione anteriore.

L’eredità tecnica lasciata da Giacosa all’azienda, dalla quale uscì nel 1970 per limiti di età – proseguendo nel ruolo di consulente esterno, va ben al di là il periodo di operatività a sovrintendere l’intera direzione tecnica. Il motore della 500, quello della 600, resteranno in auge nelle loro evoluzioni fino a quando non verranno rimpiazzati da un’altra icona tecnica: il motore Fire.

Si deve anche a Giacosa la progettazione delle auto con scocca autoportante e il contributo allo sviluppo delle trasmissioni automatiche del tipo CVT. Da componenti della Topolino e dal motore Fiat 1.100 evoluto, saprà dare forma anche a un’auto da corsa economica per il secondo dopoguerra: la Cisitalia.

Giacosa, al pari di quello che per Mini farà Issigonis, sarà uno dei pochi progettisti nel panorama delle auto della grande produzione, a poter dettare – così lo definirono gli inglesi del The Independent – l’intero processo di progettazione del veicolo. “Non ho mai ritenuto necessario discutere i progetti in riunioni con diverse altre persone durante la fase di ideazione e progettazione” dirà. Un lusso concesso a pochi e tutto di un’industria dell’auto del Novecento che è scomparsa da oltre 50 anni.

TOP STORIES

Top List in the World