FIAT

125 anni di storia Fiat, l'avanguardia tecnologica: il common rail

Lo sviluppo della tecnologia di iniezione ad alta pressione in un condotto comune agli inietori cambia la storia del motore diesel. Una storia di ricerca e sviluppo targata Fiat, fino a un epilogo "indigesto"

125 anni di storia fiat, l'avanguardia tecnologica: il common rail

Se c’è un aspetto della storia Fiat, al traguardo dei 125 anni, che non può essere messo in discussione, è la capacità di ricerca e sviluppo delle strutture tecniche legate alla casa del Lingotto.

Avrebbe meritato un altro epilogo, perlomeno che garantisse di sfruttare il vantaggio competitivo sul mercato, la vicenda common rail. A ben vedere, un cambio radicale prodotto sul mercato delle auto diesel a fine anni Novanta e in grado di sviluppare prestazioni compatibili con l’evoluzione della normativa antinquinamento delle unità a gasolio.

Senza l’innovazione del Common Rail, la morte dei motori diesel probabilmente avrebbe avuto un epilogo assai vicino a fine anni Novanta.

La ricerca Fiat sui sistemi di iniezione per motori diesel 

È una storia nella quale brillano i tecnici, le capacità di ricerca e sviluppo del Centro ricerche Fiat a Orbassano e, ancor di più, della struttura Elasis a Bari, centro ricerche Fiat nel Mezzogiorno. Il concetto di funzionamento common rail è in realtà molto più datato rispetto alla ricerca e sviluppo ripresa in mano da Marelli sul finire degli anni Ottanta, brevettato da aziende vicine a Renault negli anni Settanta.

Concetti relativi ai vantaggi nella polverizzazione del gasolio in camera di combustione, da una pressione costante, risalgono agli anni Trenta, come documenta il lavoro degli ingegneri Callisto Genco e Giuseppe Starace: Il Common Rail: la storia di un successo.

Bosch, dalla pompa VP44 all’iniettore common-rail

Finisce che la tecnologia venga industrializzata da Bosch, che dall’evoluzione sulle pompe rotative destinate ai motori diesel si “ritrova in mano” il brevetto dell’iniezione common rail. Le cifre in ballo, per rilevare i diritti dal lavoro condotto con il centro ricerche della Fiat, sono indicate nell’ordine dei 70 miliardi di lire del tempo, ovvero, del 1994 quando Fiat decidere di vendere a Bosch, attraverso Mercedes (che comprende il potenziale e lo sviluppo necessario, dopo aver visionato un prototipo allestito con diesel common rail dall’Elasis).

Per dare un’idea circa l’ordine di grandezze economiche in questione, quanto valessero i 70 miliardi di lire, nel 1995la Ferrari ingaggiò Michael Schumacher con un contratto da 30 milioni di dollari a stagione, equivalenti a oltre 49 miliardi di lire al cambio del tempo (1996).

Considerata la portata rivoluzionaria della tecnologia common rail sui motori diesel, decisamente una cifra irrisoria quella pagata da Bosch.

Bosch aveva il know how per sviluppare l’iniettore

Per commercializzare direttamente il sistema common rail, alla Fiat sarebbero serviti investimenti in tecnologie per la produzione degli iniettori. Si preferì monetizzare la ricerca, che assicurava prestazioni superiori, una rumorosità notevolmente abbattuta come anche la fumosità allo scarico, rispetto alle precedenti soluzioni di iniezione diretta applicata ai motori diesel con precamera di iniezione.

Il potenziale dell’elevata pressione generata nel flauto del common rail, insieme a iniettori attivi, controllati elettronicamente, dava vita a strategie di iniezione rivoluzionarie per il tempo: metà anni Novanta. Lo spacchettamento dell’iniezione in pre-, principale e post-, assicurava i miglioramenti cruciali in rumorosità, prestazioni, consumi, fumosità.

Il sistema common rail in pochi anni portò anche i fedelissimi della tecnologia iniettore-pompa a migrare a quello che, nei fatti, divenne uno “standard” applicato ai motori turbodiesel. Che ebbero un’escalation prestazionale – e diffusione sul mercato – tra 2000 e 2015 assoluta. Dopo Bosch, la tecnologia venne sviluppata anche da altri fornitori di componentistica, a inizio anni 2000.

La ricerca Elasis e i vantaggi evidenti del C.R.

Il lavoro svolto dalla Elasis subentra alla prima esperienza di Magneti Marelli nel 1988. A inizio anni Novanta, è il 1993, i primi test al banco confermano la bontà della tecnologia common-rail. Il “limite” che fermò Fiat fu nel livello di produzione necessario agli iniettori, lavorazioni che avrebbero richiesto investimenti e sviluppo.

Quel know-how che Bosch mise in campo, proseguendo con lo scambio di competenze con l’Elasis. Nodi tecnici che gli specialisti delle strutture di R&D in Germania dovettero superare prima di portare il common rail al debutto. È il 1996, toccò all’Alfa Romeo 156 JTD 1.9 e ai motori Mercedes essere le apripista tecnologiche nella produzione in serie di vetture diesel common rail.

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