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Shein, Temu & AliExpress, basta merce low cost cinese in Europa. Arrivano i dazi

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Shein, Temu & AliExpress, basta merce low cost cinese in Europa. Arrivano i dazi

Mentre Bruxelles e Pechino hanno riavviato i colloqui sulle auto elettriche vendute sottocosto in Ue per evitare dazi (38%) che entrerebbero in vigore a luglio, l’Unione Europea sta lavorando ad un progetto di tassazione sulle piccole merci cinesi. Una decisione che andrebbe a colpire colossi quali Temu, AliExpress (Alibaba) e Shein che fanno grande campagna anche in Italia su prodotti a piccolissimi prezzi.

La franchigia attuale fino a 150 euro

Attualmente l’Ue prevede una  franchigia doganale di 150 euro su acquisti online destinati a piccoli regali o per uso personale, ma questo ha permesso un enorme aumento delle importazioni di piccolo valore dalle piattaforme cinesi. La proposta, anticipata dal FT, mirerebbe ad arginare questo flusso e si applicherebbe a tutte le piattaforme di e-commerce extra-Ue.

Anche gli Usa prevedono un’esenzione simile per i beni di costo limitato, ma il Congresso sta esaminando diverse proposte per introdurre dazi, dopo la decisione di portarli a oltre il 100% nei confronti delle auto cinesi importate negli Stati Uniti.

L’altro lato della medaglia: sale l’inflazione

L’altro lato della medaglia è che alzare le barriere doganali nei Paesi occidentali indica importare inflazione, su cui le banche centrali, Bce e Fed, guardano con grande attenzione. E la richiesta di merce a basso costo dalla Cina deriva dalla domanda dei consumatori per beni a prezzi più contenuti, più in linea con le loro possibilità di spesa.

I colossi cinesi mangiano quote di mercato a H&M e Zara

Del resto l’espansione di Shein in Europa ha sottratto quote di mercato ai rivenditori europei di abbigliamento come H&M e Zara (Inditex), un fatto che sta spingendo Amazon a lanciare il proprio negozio online a basso costo, secondo quanto riporta Bloomberg. E la stessa Shein non è riuscita per ora a quotarsi a Wall Street e adesso neppure a Londra dove ha trovato difficoltà burocratiche e adesso pare mediti l’ipo a Hong Kong, in patria, per 59 miliardi di euro.

E mentre restano alte le tensioni sul fronte commerciale fra Cina e Occidente, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, è partito mercoledì 3 luglio per Pechino in una missione ufficiale di due giorni, la prima di un ministro del governo italiano dalla conclusione dell’accordo Via della Seta. (riproduzione riservata)

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