Ambiente

In Toscana non si sa come “catalogare” l’auto elettrica

L'auto elettrica è positiva o negativa per l'ambiente? In Toscana le idee sono confuse a riguardo, con smentite che fioccano

In Toscana non si sa come “catalogare” l’auto elettrica

In Toscana è arrivato un dietrofront confusionale sull’auto elettrica e sul suo impatto ambientale. Sul finire del mese di agosto appena concluso, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, meglio conosciuta come Arpat, aveva contestato questo tipo di automobili senza mezzi termini, dicendo che “il passaggio all’elettrico” non avrebbe implicato “sostanziali miglioramenti ambientali“.

All’inizio di settembre la struttura pubblica ambientale toscana ha fatto retromarcia, scrivendo sul suo sito l’esatto opposto: “Fissare il 2035 ha come obiettivo chiaro e misurabile per uscire dall’era del motore endotermico non è una scelta ideologica incurante dei rischi, ma una visione proattiva. Sarà un cambiamento di paradigma che inciderà sui comportamenti individuali e collettivi, e sarà una sfida, climatica, che richiede di superare il motore a scoppio in favore della tecnologia più efficiente e pulita disponibile, il motore elettrico“. Secondo l’Arpat ora il cambiamento va fatto senza indugi, pur gradualmente, riconoscendo la presenza di rischi. Ma senza “perdere di vista l’obiettivo definito a livello europeo“.

Elettriche, Arpat critica: “Nessun beneficio ambientale”

Alla fine Arpat ha ricordato che ha già in dotazione undici auto elettriche, destinate alle sue sedi provinciali. Cosa è successo in questi giorni per cambiare radicalmente approccio, considerando che in precedenza era stato scritto che le “auto a corrente non sono poi così pulite come si potrebbe pensare visto che più le batterie che le alimentano sono grandi, più elevata è la loro impronta carbonica“? E cosa è cambiato pensando che l’Agenzia regionale prima scriveva che “l’imposizione dei veicoli BEV senza prevedere un percorso di adeguamento di tutta la filiera produttiva, può indicare implicitamente che senza un obbligo perentorio la loro affermazione non avrebbe avuto seguito“?

Riconoscendo che è lecito avere dei dubbi sul processo di cambiamento a livello europeo e nazionale, pur sapendo che l’industria auto andrà in ogni modo verso una riduzione delle emissioni, questa retromarcia così repentina è assai sospetta.

FP | Samuele Prosino RIPRODUZIONE RISERVATA

TOP STORIES

Top List in the World