Ambiente

Elettriche, in Svizzera i Verdi vanno controcorrente: “Ricaricare di meno”

Elettriche, in Svizzera i Verdi vanno controcorrente: “Ricaricare di meno”

Le auto elettriche hanno l’indubbio vantaggio di essere meno inquinanti, durante l’utilizzo, rispetto alle omologhe con motori a combustione interna. Se poi si riescono a produrre in modo sostenibile, e se possono essere ricaricate con energia rinnovabile, l’impatto ambientale può essere davvero minimo. Tuttavia, non è facile avere tutte queste cose insieme; e per questo motivo, in Svizzera c’è chi sta facendo marcia indietro, parlando di una possibile crisi energetica peggiorata dalle costanti ricariche alle auto.

Da diverse settimane in Svizzera il tema del risparmio energetico è una costante nel dibattito pubblico. Il 24 agosto i principali network locali hanno dato notizia di una riunione, indetta dalla Confederazione Elvetica, per discutere con i produttori di energia il rischio blackout per mancanza di corrente. Un rischio che è stato definito possibile, quando in passato non era praticamente nemmeno nelle carte. Così i Verdi hanno fatto dietrofront: e ora, invece che sostenere senza indugio le auto elettriche, stanno invitando le persone a non ricaricarle, per non sovraccaricare l’infrastruttura.

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Il consigliere nazionale dei Verdi Kurt Egger, secondo quanto riporta Tio.ch, ha detto: “In California si invitano le persone a non ricaricare le auto tra le 16 e le 21, per non rischiare blackout: è una decisione giusta. Se poi in futuro in Svizzera ci sarà ancora più bisogno di elettricità, ai proprietari di auto elettriche non dovrebbe essere permesso ricaricare le loro auto. Del resto un terzo o la metà del consumo annuale di elettricità di una famiglia è dovuto alle auto elettriche, e il consumo annuo di energia è aumentato tra il 10 e il 15%, sempre a causa delle auto elettriche. Dobbiamo risparmiare elettricità ora, e dobbiamo farlo senza danneggiare nessuno“.

Anche la consigliera nazionale dei Verdi Katharina Prelicz-Huber è sulla stessa linea: “Il fatto che un’auto elettrica sia alimentata dall’elettricità non significa che la si può usare in modo dispendioso, collegandola sempre alla corrente. Per il momento non introdurrei alcuna regolamentazione a livello federale, ma penso che la consapevolezza debba essere aumentata sul tema delle ricariche. Vorrei vedere un cambio di direzione a proposito della mobilità lenta, da parte di tutti. Indipendentemente dal fatto che si tratti del dannoso motore a combustione interna o della più ecologica auto elettrica, la popolazione deve passare al trasporto pubblico, alla bicicletta o al ‘camminare’, quando possibile“.

Nel partito di centro UDC le voci sono diverse. Secondo il consigliere nazionale Walter Wobmann, “da anni sono dell’idea che nel trasporto individuale dobbiamo affidarci ad altre tecnologie. Anche sui motori a combustione. E in futuro l’acquisto di un’auto elettrica non sarà un atto del tutto volontario. Con la decisione della Commissione Europea di non produrre più motori a combustione a partire dal 2035, è praticamente qualcosa che diventa obbligatorio. Sarebbe ingiusto, dopo aver invitato la popolazione ad acquistare auto elettriche, impedire le ricariche“. I suoi colleghi di partito puntano a una maggiore produzione di energia elettrica, per compensare l’impatto delle auto a batteria. Che oggi, in Svizzera, rappresentano l’1,5% del parco circolante (oltre 70.000 vetture).

FP | Samuele Prosino RIPRODUZIONE RISERVATA

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