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Pagani: “Non siamo ancora pronti all’elettrico totale”

Parla il fondatore del marchio di San Cesario sul Panaro: "Non siamo ancora pronti, nemmeno a livello di infrastruttura di ricarica globale"

Pagani: “Non siamo ancora pronti all’elettrico totale”

L’avvento dell’elettrificazione prima o poi colpirà anche Pagani, che al momento però preferisce restare distante da questo mondo. O meglio, lo approccia con interesse e con dedizione, ma è convinta che per una Pagani completamente elettrica ci sia bisogno ancora di tempo. Ed è proprio il numero uno del marchio di San Cesario sul Panaro, Horacio Pagani, a ribadire ancora una volta la posizione della sua azienda in merito al tema.

Non siamo ancora pronti

“Io non sono contro le auto elettriche – ha precisato ai microfoni de La Stampa in edicola questa mattina – Dal 2018, in Pagani c’è un team che studia l’auto elettrica. Dico semplicemente che ancora non siamo pronti per una transizione totale all’elettrico, nemmeno a livello di infrastruttura di ricarica globale. Senza contare che la maggior parte dell’energia si produce ancora utilizzando fonti fossili, altamente inquinanti”. Per l’elettrico c’è tempo quindi, al momento fiducia totale al V12 biturbo di derivazione Mercedes-Benz, che da tempo accompagna i modelli del marchio italiano.

Futuro con Mercedes?

A proposito di questa collaborazione con la casa automobilistica della Stella, è possibile che in futuro Pagani decida di diventare indipendente nella produzione dei motori. “Il nuovo V12 biturbo che ci accompagnerà per diversi anni è stato ingegnerizzato per essere omologato in tutto il mondo. E la collaborazione con Mercedes è fantastica. Per il domani vedremo – ha chiarito Horacio Pagani – E’ vero che Mercedes sta facendo una veloce corsa verso l’elettrico, ma credo che in futuro si tornerà un pelino indietro su questa tecnologia“.

Auto tutte uguali

L’avvento dell’elettrificazione ha influito anche sul design dei nuovi modelli, a detta del numero uno di Pagani tutti simili e difficilmente distinguibili: “Ci sono brand come Lamborghini e Ferrari che continuano a far emozionare, a proporre auto molto belle. Forse per le auto di tutti i giorni c’è un po’ meno impegno si predilige la funzionalità allo stile. Sembra che ci sia la paura di osare. Bisognerebbe rischiare un po’ di più. L’offerta è diventata smisurata: io non mi permetto di giudicare cosa è bello e cosa non lo è. Però, è evidente che le nuove auto si somigliano tutte, si fatica a distinguere i modelli”.

Viva l’analogico

Il piacere di guidare sempre più spesso scema a causa degli elevati standard tecnologici presenti dentro l’abitacolo. Ma non è il caso delle hypercar Pagani e soprattutto dell’ultima arrivata Utopia, calcolando che lo schermo per l’infotainment è assente, e al contrario ci sono comandi fisici, cambio manuale, una serie di levette e una strumentazione interamente analogica. Una scelta che Horacio Pagani giustifica così: “Gli schermi digitali purtroppo invecchiano facilmente con l’avanzare delle tecnologie. Così abbiamo cercato di evitare questi elementi, più suscettibili al passare del tempo, prediligendo invece comandi che premiassero il senso del tatto. Credo che sia ancora bello poter toccare la manopolina, sentire il click di una levetta”.

FP | Andrea Trezza RIPRODUZIONE RISERVATA

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