Dopo un decennio e un miliardo di dollari spesi ogni anno, il famigerato "Project Titan" di Apple non è riuscito a sopravvivere all'apocalisse dei licenziamenti
Per anni si è creduto che sarebbe stata la vera “game changer” del settore automobilistico, andando ben al di là della rivoluzione avviata da Tesla o da qualsiasi altra startup. Dopo un decennio segnato dall’incertezza, dalle lotte intestine sul suo scopo e dal presunto miliardo di dollari speso ogni anno per il suo sviluppo la Apple Car – secondo un report di Bloomberg – sarebbe definitivamente morta.
Secondo l’agenzia di stampa alcuni dei dipendenti Apple coinvolti nel “Project Titan” (questo il nome in codice per la creazione dell’auto della mela morsicata) verranno spostati su qualcosa di molto più interessante al momento: l’intelligenza artificiale generativa.
(Quasi) sorpresa
Stando a Bloomberg quella di Apple sarebbe stata “una sorpresa” per gli oltre 2.000 dipendenti coinvolti nello sviluppo dell’auto, alcuni dei quali in procinto di essere licenziati. Una mossa che si inserisce in un momento delicato per le aziende della Silicon Valley, con Meta, Google e altre big della tecnologia intente a ridurre gli organici.
Un render della Apple Car
Avvolta nel mistero
La Apple Car scompare così come era nata: avvolta dal mistero, senza bozzetti o dettagli tecnici ufficiali. Il Project Titan – varato anni dopo la morte di Steve Jobs, fondatore e numero uno dell’azienda – voleva portare la mela al centro del mondo automotive, replicando il successo, almeno in termini di percezione da parte degli utenti, dell’iPhone, il primo vero smartphone.
I presupposti per riuscirci c’erano tutti: negli anni infatti Cupertino ha arruolato personale da Tesla, Mercedes, General Motors, Ford, Lamborghini e Samsung. Non un “all-in” sull’auto, ma di certo nemmeno un piccolo tentativo per studiare la fattibilità. I problemi però sono sorti fin dall’inizio.
La nostra ricostruzione della Apple Car
Una ricostruzione degli interni della Apple Car
Stando a vari report pubblicati negli anni gli sviluppatori di Apple CarPlay, il sistema di mirroring per lo smartphone, volevano essere maggiormente coinvolti nello sviluppo del software. Cosa che, pare, non è avvenuta del tutto. Ci sono stati poi interminabili dibattiti sul cosa sarebbe dovuta essere la Apple Car. Un modello da vendere a tutti? Un robotaxi da dare ad aziende come Uber o Lyft? Una via di mezzo tra le due cose? Ancora oggi, a 10 anni di distanza dalla nascita del progetto, non è ancora chiaro. A un certo punto, per motivi sconosciuti, gli sviluppatori hanno acquistato una Fiat Spiaggina.
Canoo EV, furgone elettrico ispiratore secondo alcuni del progetto della Apple Car
Recentemente, però, le cose sembravano essere cambiate. Il Washington Post aveva infatti parlato di alcuni test sulla guida autonoma condotti da Apple in California. A questo punto potrebbe essere stato il canto del cigno per l’auto della Mela morsicata.
La domanda che ci poniamo ora è: il mondo aveva bisogno di un’auto firmata Apple? Ai posteri l’ardua sentenza. La sensazione è che Apple – per quanto riguarda l’universo automotive – faccia bene a rimanere ancorata al software, continuando a perfezionare prodotti che le Case auto fanno fatica a sviluppare. In questo discorso si inserisce CarPlay, con l’ultima pronta a prendere il controllo dell’intero sistema di infotainment.
Un’altra ricostruzione degli interni della Apple Car
È però difficile capire cosa ci siamo persi. Un progetto che va al di là del termine vaporware (utilizzato per prodotti informatici costantemente rimandati), anche perché di annunci ufficiali non ce ne sono mai stati. Forse già questo avrebbe dovuto suggerirci qualcosa sulle estreme difficoltà del Project Titan. Solo chi ha firmato NDA (Non Disclosure Agreement, ovvero accordi di riservatezza) conosce la verità. Chissà, forse nei prossimi mesi qualcuno parlerà nascondendosi dietro l’anonimato. Per ora rimane il più grande mistero delle auto – e della tecnologia – che nessuno ha mai veramente capito.