Cook rottama la Apple car e punta sulla sua ChatGpt
Per Tim Cook è meglio investire massicciamente nell’intelligenza artificiale generativa, quella in grado di creare nuovi contenuti e idee, come conversazioni, immagini, musica e video. Il mese scorso, in proposito, Apple ha rilasciato il suo primo visore per realtà virtuale, il «Vision Pro». La maggior parte delle persone altamente specializzate saranno risucchiate nelle nuove attività, mentre altri potrebbero essere attratti dalle inevitabili offerte dorate che arriveranno dal settore auto, viste le conoscenze nel campo dei software e della guida autonoma.
Perché, a parte i costi elevati e il mercato dell’elettrico in fase di stanca, Apple ha deciso di cambiare strategia? Nel momento in cui, già nel 2008, l’idea di realizzare una Apple Car era balenata al visionario Steve Jobs, la automobili in circolazione erano ben lontane, come equipaggiamenti, da tutti i dispositivi di connettività e assistenza alla guida ormai disponibili anche sui modelli entry level.
L’archiviazione del piano Apple Car trova una sorta di precedente in Google con la sua auto-robot dalla forma di «ovetto», priva di volante e pedali, chiamata Firefly.
Secondo gli analisti il cambio di rotta deciso da Apple è positivo, in quanto evita al colosso di «infilarsi» in un mercato, quello dei veicoli elettrici, che sta diventando sempre più complesso. Viceversa, il potenziale dell’intelligenza artificiale sembra essere maggiore, anche in termini di redditività di lungo termine.
Dal Salone di Ginevra, infine, il numero uno di Renault, Luca De Meo, conferma i colloqui con Volkswagen per realizzare una city-car elettrica.