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Cook rottama la Apple car e punta sulla sua ChatGpt

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Cook rottama la Apple car e punta sulla sua ChatGpt

Il progetto Apple Car finisce in soffitta. Addio, dunque, a quella che sarebbe dovuta essere una vettura elettrica ultra innovativa, ovviamente a guida autonoma, con interni simili a quelli di una limousine e navigazione a comandi vocali. Un piano ambizioso, partito nel 2014, con all’opera un team dedicato di 2mila persone battezzato «Special projects group».

Per Tim Cook è meglio investire massicciamente nell’intelligenza artificiale generativa, quella in grado di creare nuovi contenuti e idee, come conversazioni, immagini, musica e video. Il mese scorso, in proposito, Apple ha rilasciato il suo primo visore per realtà virtuale, il «Vision Pro». La maggior parte delle persone altamente specializzate saranno risucchiate nelle nuove attività, mentre altri potrebbero essere attratti dalle inevitabili offerte dorate che arriveranno dal settore auto, viste le conoscenze nel campo dei software e della guida autonoma.

Perché, a parte i costi elevati e il mercato dell’elettrico in fase di stanca, Apple ha deciso di cambiare strategia? Nel momento in cui, già nel 2008, l’idea di realizzare una Apple Car era balenata al visionario Steve Jobs, la automobili in circolazione erano ben lontane, come equipaggiamenti, da tutti i dispositivi di connettività e assistenza alla guida ormai disponibili anche sui modelli entry level.

L’idea del vulcanico Jobs era, a quei tempi, di favorire telefonate, messaggi e navigazione senza staccare le mani dal volante. Il progresso, in questo campo, è stato velocissimo: i sistemi Apple Car e Android Auto sono diventati comuni e in evoluzione. Questa presa di coscienza da parte degli attuali vertici di Apple (il direttore operativo Jeff Williams e Kevin Lynch, vicepresidente incaricato del progetto), insieme alla crescente insidia cinese e non solo, sarebbe una delle cause dello stop alla Apple Car. Guardando alla Cina, per esempio, Xiaomi, che produce smartphone Android, ha appena annunciato un nuovo veicolo elettrico. E lo stesso vale per Foxconn, principale partner produttivo di Apple, che ha dichiarato di lanciarsi nei veicoli elettrici. A incidere su Cupertino, inoltre, sarebbe stata la cosiddetta «Tesla obsession», cioè di mettersi a rivaleggiare con l’azienda creata da Elon Musk senza però aver ben chiaro dove (e magari con chi) produrre le sue vetture del futuro.

L’archiviazione del piano Apple Car trova una sorta di precedente in Google con la sua auto-robot dalla forma di «ovetto», priva di volante e pedali, chiamata Firefly.

Secondo gli analisti il cambio di rotta deciso da Apple è positivo, in quanto evita al colosso di «infilarsi» in un mercato, quello dei veicoli elettrici, che sta diventando sempre più complesso. Viceversa, il potenziale dell’intelligenza artificiale sembra essere maggiore, anche in termini di redditività di lungo termine.

Dal Salone di Ginevra, infine, il numero uno di Renault, Luca De Meo, conferma i colloqui con Volkswagen per realizzare una city-car elettrica.

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