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Smart

La nonna della Smart

NAFA stava per Nahverkehrsfahrzeug, cioè "veicolo per il trasporto locale": corta, quadrata e soprattutto molto intelligente

Tutti conosciamo il marchio Smart, a tal punto che in futuro forse si farà fatica ad accettare che in listino, al posto delle originali city car, ci saranno esclusivamente dei SUV compatti. Ma ancor prima della vettura creata da Swatch e Daimler, considerata di rottura nel mondo della mobilità cittadina e non solo, fu studiato un concept che ne riassumeva le principali caratteristiche, seppur con una forma meno aggraziata.

Bisogna risalire alla fine degli anni settanta, per trovare le originarie bozze relative alla ‘nonna’ della prima Smart vera e propria. L’idea di Mercedes era di sviluppare un’idea di auto che potesse andare a intercettare un pubblico meno abbiente e disposto ad accettare minor spazio in cambio di un approccio tascabile necessario al miglior parcheggio possibile. Qualche anno di studi sulle utilitarie portò, nel 1981, alla presentazione del concept NAFA. Mercedes creò una sorta di ‘cubo’ lungo 2,5 metri e largo 1,5, con diverse caratteristiche peculiari. Come quella di avere portiere con apertura a scorrimento verso l’anteriore; oppure la possibilità di avere le quattro ruote sterzanti.

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NAFA stava per Nahverkehrsfahrzeug, cioè “veicolo per il trasporto locale“. Lo stile voluto dall’allora responsabile del design Bruno Sacco era figlio dell’epoca: nonostante qualche rotondità nella parte frontale bassa, il parabrezza inclinato a 45 gradi e le linee dritte per ridurre i costi furono scelte ben precise. Il lunotto posteriore era tutt’altro che bello da vedere, e fa sembrare l’auto una papamobile con ampie superfici vetrate. Per delineare un preciso utilizzo cittadino, vennero piazzati solamente due posti, con portiera a scorrimento per accedervi. La vettura anticipò, seppur lontanamente, anche una vecchia conoscenza del mercato italiano, la Fiat Cinquecento; solamente però più alta e corta.

Per il motore fu scelto un piccolo tre cilindri da un litro (40 cavalli),  tutto avanti. Dalla base della NAFA sarebbero partiti, idealmente, due progetti distinti:  Classe A e Smart. La mobilità cittadina non è nata oggi, con l’elettrico: si può solo immaginare la quantità di buone idee del passato che potrebbero essere ripescate per dare la possibilità di trasformare la viabilità cittadina in qualcosa di più facilmente gestibile. In questo senso NAFA è un esempio perfetto, sebbene la sua ‘intelligenza’ non sia seguita dalla grazia. Avercene, oggi, di idee così dirompenti.

FP | Samuele Prosino RIPRODUZIONE RISERVATA

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