F1. Con una strategia meno conservativa, la Mercedes avrebbe potuto vincere in Messico?
La scelta strategica della Mercedes, con un primo stint con le medie e il secondo, più lungo, con le hard, è stata piuttosto conservativa. E ha causato le prime difficoltà sin dalla partenza, visto che la Red Bull, sia con Max Verstappen che con Sergio Perez, ha optato per le rosse, decisamente più performanti per lo start. A pagarne le maggiori conseguenze è stato Russell, bruciato sia da Hamiton che da Perez. Il primo a fermarsi è stato proprio quest’ultimo, al termine del giro numero 23, per montare le medie. Poi è stata la volta di Verstappen, due tornate più tardi.
La svolta, però, non è mai arrivata. Una variabile che potrebbe aver influito sulla gestione delle gomme è la temperatura dell’asfalto. Scesa rapidamente da 47 a 39 gradi, ha agevolato i piloti della Red Bull nella gestione delle soft e ha mitigato il compito anche con le medie. Ma ogni medaglia ha un rovescio, e le temperature contenute hanno nel contempo messo in difficoltà Hamilton e Russell nel portare nella corretta finestra di utilizzo le hard. La frittata, a quel punto, era fatta. Ed entrambi i piloti della Mercedes ne erano consapevoli, per quanto i loro ingegneri li invitassero ad essere fiduciosi.
Con poco carburante a bordo e la pista gommata, le soft si sono rivelate un’arma potente, senza un degrado significativo. Nella posizione di inseguitrice in cui si trovava, la Mercedes avrebbe fatto bene ad osare, quantomeno con uno dei due piloti. Ma sarebbe stato sufficiente per vincere la gara? Probabilmente no, di fronte a una RB18 che tratta le gomme con i guanti, anche con Verstappen, cresciuto moltissimo nella gestione delle coperture nel corso degli anni. Prima era un suo punto debole. Oggi non ha talloni d’Achille.
Bisogna anche guardare il lato positivo delle cose, tuttavia. E la Mercedes, dopo un inizio di stagione da incubo, ha trovato nella costanza il marchio di fabbrica che, a due gare dal termine della stagione, la vede a soli 40 punti da una Ferrari che, dal canto suo, ha dei demeriti che non possono essere negati. La vera sfida, però, resta quella in ottica 2023. Perché la Mercedes potrebbe anche chiudere un campionato senza vittorie per la prima volta dal 2011. Ma farà di tutto affinché non succeda di nuovo, intervenendo su quei punti deboli della meccanica che ne hanno strozzato gli spunti nel 2022.
In collaborazione con Automoto.it