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F1 | Aston Martin, Stevenson (ds): “Quando competi per i primi posti la tensione è maggiore”

f1 | aston martin, stevenson (ds): “quando competi per i primi posti la tensione è maggiore”

Motor Racing – Formula One World Championship – Saudi Arabian Grand Prix – Qualifying Day – Jeddah, Saudi Arabia

L’Aston Martin sta cambiando velocemente natura, passando da scuderia di centro gruppo a vero e proprio top team con aspirazioni vincenti. Un mutamento che comporta veri e propri effetti collaterali, anche per quanto riguarda l’approccio ai fine settimana di gara e la pressione generata dalla competizione ai vertici della Formula 1.

A spiegare bene questo concetto ci ha pensato Andy Stevenson, il direttore sportivo della scuderia inglese, che lavora per la scuderia di Silverstone dagli anni novanta, quando era ancora Jordan. Stevenson può quindi testimoniare la differenza che c’è tra correre per le posizioni di rincalzo, se non in fondo al gruppo, e correre invece per obiettivi più nobili. Se il lavoro è simile ciò che cambia sono la concentrazione richiesta ed il margine di errore, che diventa pressoché nullo.

“Certamente andare ai GP quando hai una monoposto veloce è molto più divertente, ma per certi versi è anche più difficile – le parole del direttore sportivo della Aston al sito ufficiale della F1 – Lavoriamo da anni per arrivare in alto, volevamo una vettura veloce. Quando hai una monoposto competitiva il fine settimana di gara è più intenso. Il lunedì sei esausto. Una squadra da fondo dello schieramento dirà che lavora come un top team, e per certi versi è corretto, ma quando sei davanti la tensione mentale è maggiore. Devi pensare a molte più cose, valutare i rischi, fare tutto alla perfezione. Il tipo di lavoro è lo stesso, devi estrarre il massimo del potenziale dalla vettura. Ma se corri davanti devi essere concentrato al massimo, non sono consentiti errori di alcun tipo. In passato abbiamo fatto molto bene con vetture meno competitive, sfruttando tutte le occasioni, grazie alla nostra organizzazione. Ora siamo noi quelli a non poter sbagliare, tutti aspettano un nostro passo falso. C’è una pressione maggiore, non puoi sbagliare nulla”.

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