Elegante, aerodinamica, sicura e tecnologica; ripercorriamo la storia dell’Alfa Romeo Visconti, la concept car by Italdesign che non fu mai realizzata.
Conoscere la storia delle concept car è un misto di nostalgia e curiosità molto interessante anche considerando tutti quei progetti che, per un motivo o per un altro, non videro mai la luce. Come l’Alfa Romeo Visconti presentata nel 2004 e della quale conosciamo solamente qualche informazione sul design e sulla motorizzazione.
La storia delle concept car è una storia di visioni del futuro che ci restituiscono un’interessante fotografia di come il settore delle auto pensava e costruiva il proprio futuro. Alcune di quelle intuizioni ebbero successo, altre meno, ma restano – specie quelle di grandi brand come Alfa Romeo – una pagina di storia preziosa da custodire e conoscere.
Cosa ne è stato dell’Alfa Romeo Visconti
Italdesign parla e descrive l’Alfa Romeo Visconti come una berlina non convenzionale, ma una grande auto sportiva con la coda cadente che era quasi una berlina. Il punto di partenza di quest’automobile era la piattaforma premium che Alfa Romeo aveva utilizzato come base per le sue 156 berlina, coupé, spider e sportwagon.
Il motore della Alfa Romeo Visconti doveva essere un V6 3.2 litri biturbo a benzina a iniezione diretta JTS in grado di erogare fino a 405 cavalli di potenza e 680 Nm di coppia. La Visconti era poi una vettura a trazione integrale permanente (anche le ruote posteriori erano sterzanti) prevedeva poi un cambio automatico a 6 rapporti e un sistema VDC per la stabilità dell’automobile che era resa tale anche dal controllo attivo delle barre stabilizzatrici.
Questo è tutto quello che sappiamo dell’Alfa Romeo Visconti. Degli interni non furono rivelati dettagli e al Salone dell’Automobile di Ginevra venne presentata con i vetri oscurati. Di quel progetto non se ne fece più nulla e oggi resta un ricordo splendido e interessante di un progetto mai portato a termine.
Alfa Romeo Visconti: foto e immagini
Ecco alcune delle foto del concept dell’Alfa Romeo Visconti grazie alle quali recuperare questa pagina di storia del celebre Biscione.
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