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Milano, il nome più sfortunato di Alfa Romeo

Il rapporto tra Alfa Romeo e la città di Milano è forte e dura da sempre. Per quanto riguarda il nome invece la storia è travagliata

milano, il nome più sfortunato di alfa romeo

Alfa Romeo a la città di Milano sono legate a doppio filo. La storia della Casa nasce nel 1910 nel capoluogo lombardo, omaggiato anche nel logo con la croce rossa con sfondo bianco, utilizzata già alla fine del 13° secolo dal Granducato di Milano, e il Biscione utilizzato dai Visconti, signori di Milano dal 1277 al 1447.

Chiamare quindi Milano un modello storico per Alfa Romeo – il primo SUV piccolo e soprattutto la prima elettrica della Casa – era un modo per rifarsi alle origini. Partire dal passato per proiettarsi nel futuro. Ancora una volta però il nome della città che ha dato i natali ad Alfa è stato messo in soffitta.

Il caso Giulietta

Quello di ieri infatti è il secondo dietrofront della Casa sul nome Milano. Il primo è datato 2009, pochi mesi prima del lancio della nuova Alfa Romeo Giulietta. Inizialmente infatti la compatta del Biscione avrebbe dovuto chiamarsi in maniera differente ma il periodo “caldo” per la Casa, con la chiusura definitiva dello storico stabilimento di Arese datata 2005.

Alfa Romeo Giulietta (2019)

Chiamare Milano un modello non prodotto all’ombra della Madonnina ma a Cassino sarebbe stato forse un affronto alla storia e alla situazione dell’epoca (parliamo dei primi anni della crisi economica). Nessuna “imposizione” esterna, solo riflessioni interne. Così, dopo mesi di annunci, ecco il cambio: da Alfa Romeo Milano ad Alfa Romeo Giulietta. Nome scelto per festeggiare i 100 anni dalla nascita della Casa, omaggio a uno dei modelli più amati e apprezzati.

Venduta in quasi 500.000 unità è stato un successo commerciale, disponibile con differenti motorizzazioni fino ad arrivare ai 240 CV della 1.750 TBi 16V 240 TCT, la più potente mai prodotta.

L’americana

Milano è stato anche il nome dell’Alfa Romeo 75 destinata al mercato del nord America. Ultima Alfa a trazione posteriore – tornata poi con 4C e Giulia – sbarcò al di là dell’Atlantico nel 1987, dove rimase fino al 1989. Una missione non fortunata, come per il resto della gamma del Biscione che in nord America venne venduta fino al 1995 senza registrare vendite soddisfacenti, per un modello che da noi registrò un certo successo.

Alfa Romeo 75 – Milano

Da Milano a Junior

Il terzo caso è quello di cui tutti parlano in queste ore: a meno di 24 ore dalla presentazione della nuova Alfa Romeo Milano ecco arrivare le critiche del ministro Adolfo Urso, titolare del ministero delle imprese e del made in Italy:

“Un’auto chiamata Milano non si può produrre in Polonia. Questo lo vieta la legge italiana che nel 2003 ha definito l’Italian Sounding, una legge che prevede che non bisogna dare indicazioni che inducano in errore il consumatore. Sarebbero indicazioni fallaci legate in maniera esplicita alle indicazioni geografiche. Quindi un’auto chiamata Milano si deve produrre in Italia, altrimenti si dà un’indicazione fallace che non è consentita dalla legge italiana”.

Alfa Romeo Milano – Junior

Quella che inizialmente era sembrata una sorta di boutade è invece stata presa molto sul serio da Alfa Romeo che, in un weekend immaginiamo di fuoco, ha deciso di cambiare nome passando a Junior.

“Pur ritenendo che il nome Milano rispetti la legge e in considerazione del fatto che ci sono temi di stretta attualità molto più rilevanti del nome di una vettura, come squadra Alfa Romeo cambiamo il nome da Milano a Junior”.

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