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Alfa Romeo 90, nata nel 1984 ha vissuto solo tre anni

Dall'ottobre 1984 la Alfa Romeo 90 sostituisce l'Alfetta, ma la sua storia non è fortunata

alfa romeo 90, nata nel 1984 ha vissuto solo tre anni

Siamo nella prima metà degli anni ’80, Alfa Romeo è in crisi, come dimostra la sfortunata Alfa 90 che dall’ottobre 1984 sostituisce l’Alfetta (in produzione dal marzo 1972). Come l’Alfetta, anche l’Alfa 90 ha una trasmissione transaxle con cambio a cinque marce, la carrozzeria è firmata Bertone.

In risposta ai commenti del pubblico secondo cui la 90 non è altro che un’Alfetta ridisegnata, l’azienda risponde, in modo più o meno convincente, che Bertone ha sostituito il 70% delle lamiere del vecchio modello.

Facciamo un passo indietro

Ala fine degli anni Settanta, Alfa Romeo lancia i progetti 154 e 156 (da non confondere con la 156 del 1997!), due nuove vetture a trazione posteriore che avrebbero dovuto sostituire rispettivamente la Giulietta e l’Alfetta. Tuttavia, la crisi costringe l’azienda ad abbandonare l’idea di una nuova piattaforma.

Nel 1982, per superare i ritardi nello sviluppo, Alfa Romeo lancia i progetti 162A e 162B, i futuri modelli 90 e 75, con l’obiettivo di riutilizzare il più possibile la tecnologia dei modelli in commercio, ovvero l’Alfetta e la Giulietta.

Alfa Romeo 90

La 90 eredita quindi dall’Alfetta l’intera tecnologia, compresi i motori, e gran parte del telaio, alcuni pannelli esterni e le cornici delle portiere. Anche la lunghezza di 4,39 metri e il passo di 2,51 metri corrispondono praticamente al modello precedente.

Il compito assegnato a Bertone di ridisegnare solo gli esterni e di installare nuove luci non è dei più semplici: il risultato finale è una berlina dalle linee sobrie e spigolose, piuttosto anonima, ma non priva di una certa eleganza.

La Alfa Romeo 90 vista da dietro

Nella brochure, Alfa Romeo esulta: L’armoniosa combinazione di prestazioni impressionanti, l’elevato potenziale di sicurezza, il comfort eccezionale e l’eleganza discreta caratterizzano il design equilibrato della nuova Alfa 90″.

Riguardo i motori, in Italia (a causa della legislazione fiscale dell’epoca sul 2,0 litri) ci sono un 1,8 da 120 CV e un 2,0 litri da 128 CV, ciascuno con due carburatori doppi.

Mercati come la Germania ricevono il motore a iniezione da 2,0 litri con 130 CV, il turbodiesel da 2,4 litri di VM Motori con 110 CV e, come modello di punta, il 2,5 Quadrifoglio Oro con V6 e 150 CV. Una potenza sufficiente per raggiungere una velocità massima di 205 km/h.

Perché è rimasta un’Alfa davvero speciale

L’Alfa 90 vanta però una serie di caratteristiche importanti: uno spoiler anteriore variabile in funzione della velocità è stato progettato per migliorare la tenuta di strada e, per la prima volta, Alfa Romeo offre un sistema di frenata ABS come optional.

Sotto il vano portaoggetti si trova una valigetta rimovibile che la brochure chiama “portadocumenti”, ovviamente chiudibile a chiave.

La plancia della Alfa Romeo 90

Un’altra caratteristica interessante è l'”Alfa Control System” per il monitoraggio costante delle nove funzioni operative più importanti, compreso il liquido di raffreddamento eccessivamente caldo. E nel modello top di gamma da 2,5 litri, strumenti LCD inclinati verso l’alto e servosterzo progressivo che si adatta alla velocità.

L’Alfa 90 è anche ampiamente utilizzata dalla Polizia e dai Carabinieri, dato che la casa del Biscione è un’azienda di proprietà statale. Come nel caso dell’Arna, queste divise aiutano ad incrementare le scarse vendite.

Alfa Romeo 90 dei Carabinieri

Dopo poco meno di tre anni e una produzione di 56.428 unità, la Alfa 90 esce di esca. E’ il mese di luglio 1987.

A proposito, perché si chiama “90”? Nei piani dell’azienda sarebbe dovuta rimanere fino agli anni Novanta, ma non andò così. Dopo l’acquisizione di Alfa Romeo da parte di Fiat, nel 1987 arriva l’Alfa Romeo 164, sviluppata in collaborazione con Saab, Fiat e Lancia. E anche questa è un’altra storia che vi racconteremo più avanti, continuate a seguirci.

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