Carlos Sainz e Charles Leclerc
I degni titoli di coda di uno sport che attualmente sta infiammando tutto il pianeta con primati di affluenza uno dietro l’altro. Coinvolgendo soprattutto il pubblico più giovane. Come detto la posta reale è poca cosa, ma si annuncia una battaglia mai vista. Per la prima volta da tanto tempo si schiereranno in griglia almeno tre scuderie con concrete speranze di vittoria, con tutti e sei i cavalieri decisi a non mollare. In Ferrari e in Red Bull, inoltre, l’atmosfera è infuocata e tira un’aria da fuoco amico. Andiamo per ordine, partendo da Maranello. Il team che era partito meglio di tutti con i nuovi regolamenti che si ritrova inspiegabilmente “terza forza”. Eh sì, oltre alla squadra campione, che ha sempre esternato la sue performance, anche quell’anatroccolo della FW13 di Stoccarda si è messa a volare come un cigno.
La Rossa ha davanti a sé, almeno tre duelli. Conservare il secondo posto nel Costruttori dagli assalti delle Frecce dopo una prima parte di stagione piena di illusioni. Permettere a Charles di fregiarsi dell’onore di vice Campione nella personalissima sfida con Perez. E spazzare via la nebbia sulla vicenda “team principal” finita sulla graticola nel momento meno opportuno. In un arrivo così al fotofinish, il predestinato e Checo partono alla pari e può diventare determinante il gioco di squadra che qualche giorno fa a San Paolo non c’è stato, con Carlos che si è tenuto stretto il podio. La vicenda, probabilmente, a non a tutti è piaciuta e potrebbe aver innescato quei rumors che davano al capolinea Mattia Binotto. La storia dei due piloti assolutamente alla pari (almeno che non hai Verstappen…), ognuno autorizzato a fare la propria corsa, è condivisibile (vedi Mercedes…), ma non nel finale di campionato, quando ci sono le consolazioni in palio.
Hamilton, l’uomo dei mille record, sembra non sia attratto dai primati. In Brasile poteva prolungare un affresco che solo lui è stato in grado di dipingere: almeno una vittoria in ogni anno che ha corso in F1. Toto Wolff che non era in Sudamerica ha candidamente ammesso che, mentre Leclerc e Perez chiedevano per radio la posizione, lui dall’alto dei suoi 7 titoli mondiali, conditi da oltre cento vittoria e cento pole, non ha osato nemmeno pensare di far scansare un baby rampante come George che non aveva vinto nemmeno un GP. Nel Golfo Lewis ci riproverà, ma guai se qualcuno lo aiuta.