Mazda – Il motore rotativo avrà un team dedicato
36 ingegneri al lavoro. Nello specifico, la Casa di Hiroshima fa sapere di “aver ristabilito il gruppo di sviluppo del rotary engine” all’interno del suo reparto dedicato allo sviluppo dei propulsori, “preludendo a un seguito della storia” di questo tipo di motore, si legge nel comunicato. Il nuovo team, composto da 36 ingegneri, “continuerà a far evolvere le energie rinnovabili utilizzate come generatori e – continua la nota ufficiale – condurrà attività di ricerca per valutare la compatibilità (del sistema basato sul nuovo Wankel, ndr) con le normative dei principali mercati e l’applicazione di carburanti a zero emissioni di CO2.
Si sogna una sportiva. La Mazda, in passato prima pioniera e poi ferma sostenitrice del motore rotativo, ne ha ripreso la produzione lo scorso anno dopo una pausa di 11 anni: la parabola si era infatti chiusa nel 2012 con la RX-8. Ora, in piena transizione ecologica, si apre un nuovo capitolo, in un contesto che obbliga a rivisitare questa tecnologia e ipotizzare inedite applicazioni. E il contenuto rimanda inevitabilmente a quanto visto in occasione dell’ultimo Salone di Tokyo. Ovvero, alla concept Iconic SP, una coupé che, peraltro, rappresenta una sorta di erede spirituale della RX-8 e che monta un doppio rotore Wankel per generare la corrente necessaria ad alimentare un powertrain elettrico da 370 CV. Questo prototipo nasce per essere alimentato con carburanti sintetici o a idrogeno, incarnando proprio quell’adattamento ai tempi descritto sopra, che donerà una seconda vita al motore rotativo della Casa di Hiroshima. Troppo presto per cantar vittoria e annunciare con certezza l’arrivo di una nuova sportiva, che diverrebbe la tredicesima Mazda con il Wankel, ma un altro passo in avanti è compiuto.