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Mazda2 Hybrid – A tu per tu con il restyling

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Mazda2 Hybrid – A tu per tu con il restyling

Il rebadging è una pratica ben consolidata nell’industria automobilistica moderna e contemporanea: troviamo vetture con caratteristiche comuni dalla piattaforma al powertrain tra marchi dello stesso Gruppo, ma anche tra colossi differenti. Le motivazioni sono ineccepibili, perché sarebbe difficile obiettare la necessità di abbassare costi produttivi altrimenti enormi o di ridurre l’impatto ambientale che questi ultimi comporterebbero. La nuova Mazda2 Hybrid è un fulgido esempio di tale pratica, prodotto da una partnership, quella tra la Casa di Hiroshima e Toyota, in essere dal 2015. La compatta full hybrid di secondo corso è già ordinabile con un listino che parte da 24.990 Euro per la versione Prime Line e arriva a 32.690 Euro per la versione Homura Plus; viene proposta da Mazda con un extra bonus di 4.040 Euro che si somma agli eventuali incentivi statali di prossima introduzione per la fascia d’emissioni 61-135 g/km.

Fuori. Il restyling 2023 della Mazda2 concentra una serie di interventi atti a restituire un family feeling più marcato, rendendola molto più riconoscibile già a prima vista. Il frontale guadagna la piacevole calandra pentagonale distintiva di Mazda che racchiude una griglia a nido d’ape nera, gruppi ottici a Led più accattivanti che corrono fin oltre i passaruota per ridurre la lunghezza dello sbalzo anteriore e, alle estremità, gli alloggiamenti neri dei fendinebbia, anch’essi a Led a incorniciare virtualmente la presa d’aria centrale. Nella vista laterale, le sporgenze dei passaruota si combinano bene con la linea sottile proiettata del fanale anteriore, creando un figura dinamica forte di una muscolosità appena accennata. Al posteriore, la fascia che collega le luci posteriori ora è in tinta con la carrozzeria. Le dimensioni sono pressoché invariate: 3,94 metri di lunghezza con ben 2,5 metri di passo 1,75 metri di larghezza e 1,5 metri in altezza. I cerchi in lega a razze multiple vanno da 15 a 17 pollici; sette i colori carrozzeria: Lunar White, Northern White Pearl, Stormy Silver, Lead Grey, Opera Black, Formal Red, e l’inedito Glass Blue.

Dentro. Non ci sono grandissime novità nell’abitacolo, sicuramente al passo coi tempi e fasciato con materiali più che idonei, sia alla vista sia al tatto, per una vettura di questo segmento. Il cockpit sportiveggiante ha tutti i comandi principali e la strumentazione disposti con buon criterio. Di fronte al guidatore trovano posto due quadranti digitali e un display multi-informazione TFT che, nel più ricco allestimento Homura Plus da noi testato, arriva a 12,3; il touchscreen al centro della plancia qui da 10,5 è chiaro e intuitivo. L’head-up display a colori da 10, anche sul top di gamma, è opzionale. Non mancano: porta USB-C, integrazione Apple CarPlay e Android Auto wireless, la videocamera posteriore e il clima automatico che vanta tasti fisici oggi sempre più preziosi. Sulla Homura Plus, di serie, c’è un bel tetto panoramico. Lo spazio a bordo è consono alle proporzioni della vettura, che, tuttavia, limitano un po’ l’accesso al divano posteriore; il bagagliaio da 286 litri non eccelle, ma è ben sagomato e, abbattendo lo schienale, arriva a 935 litri.

Vai. Il powertrain della nuova Mazda2 Hybrid è costituito dal tre cilindri 1.5 a ciclo Atkinson da 92 CV e 120 Nm di coppia, coadiuvato da un motore elettrico sincrono a magneti permanenti da 59 kW; combinati, forniscono in totale 116 CV. Il sistema ibrido si avvale del termico e dell’elettrico a seconda della situazione, all’occorrenza in parallelo e sempre massimizzando l’efficienza di entrambe le unità. Difficile registrare il cambio di alimentazione nella maggior parte dei casi, perché i meccanismi di questa simbiosi sono perfettamente distribuiti. Il benzina, schiacciando, entra con una certa decisione sin dai regimi più bassi; in decelerazione e in frenata, invece, l’energia cinetica recuperata viene accumulata nella batteria per il prossimo utilizzo. Tre le modalità di guida, Eco, Normal e Power: la prima punta tutto sull’efficienza ideale nel traffico urbano; la terza spinge sulle prestazioni qualora servano e quella di mezzo, Normal, si pone a metà tra le due. Per la cronaca, la velocità massima è di 175 km/h e servono 9,7 secondi per raggiungere i 100 km/h con partenza da fermo.

Buone le progressioni garantite dal cambio automatico e-CVT che negli anni è migliorato parecchio e ha perso quelle tanto eccessive quanto poco producenti escalation repentine di giri motore. Il capitolo cui tessere le maggiori lodi, è quello dei consumi: Mazda dichiara unamedia compresa tra i 3,8 e i 4,2 l/100 km nel ciclo misto WLTP e nel mondo reale modalità Eco, con estrema parsimonia e anche in tratte autostradali con limite a 120 km/h abbiamo chiuso la prova con 4,6 l/100 km. Chi sceglie una vettura come questa Mazda 2 Hybrid, non lo fa certo per il brivido della guida sportiva, ma grazie al baricentro basso e al passo generoso, la piccola giapponese sa prodursi in comportamenti più che onesti nel misto veloce, sul divertente andante, a dimostrazione della bontà del suo telaio. Le sospensioni, infine, sono sempre all’altezza di ogni situazione esperibile nel corollario quotidiano, così come sterzo e impianto frenante.

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