Lotus

Lotus Type 66: prezzo, motore, interni, caratteristiche

Il futuro della Lotus, per la gioia degli appassionati più tradizionalisti, non è solo elettrico. All’evento “The Quail, a Motorsport Gathering” della Monterey Car Week debutta infatti la Type 66, una biposto riservata alla pista che he sarà proposta in soli dieci esemplari disponibili a circa 1 milione di sterline, pari a circa 1,17 milioni di euro al cambio attuale.

Il progetto mai nato del 1970. La Type 66 celebra i 75 anni del marchio inglese e recupera un progetto mai giunto al completamento per la partecipazione alla serie americana Can-Am. Dai disegni originali e dai modelli in scala è stata sviluppata dopo 53 anni un’auto da competizione capace di offrire prestazioni paragonabili a quelle di una GT3. La scelta di costruire soli dieci esemplari è dovuta al numero di gare del campionato 1970 al quale la vettura avrebbe dovuto partecipare. La livrea rossa, bianco e oro scelta per la presentazione è ispirata a quella della coeva Type 72 di Formula 1 e all’evento di lancio è stato invitato anche l’ex Campione Emerson Fittipaldi, che avrebbe dovuto portare la Type 66 in gara nelle campionato Can-Am.

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Lotus Type 66 (2023)

Tecnologia di oggi per rendere la vettura sicura e veloce. Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con il Classic Team Lotus, guidato dal figlio di Colin Chapman, Clive, che era in possesso della documentazione originale. Alcune soluzioni tecniche della Type 66, come i radiatori laterali, le canalizzazioni aerodinamiche e la coda lunga e carenata, riprendono concetti sviluppati anche sulla Type 72. La tecnologia di oggi ha permesso di trasformare i disegni originali in progetti 3D, modificando poi tutte le parti relative alla sicurezza. Per questo sono previsti serbatoi da competizione specifici, cambio sequenziale, servosterzo, Abs regolabile, sistema anti-stallo e, soprattutto, la monoscocca di carbonio, non prevista all’epoca, abbinata a estrusi d’alluminio incollati. Dopo oltre 1.000 ore di simulazioni Cfd è stato possibile sviluppare l’aerodinamica per ottenere una downforce superiore al peso dell’auto (circa 800 kg) già a 240 km/h.

Non poteva che essere un V8. Per una vettura simile la scelta del motore era praticamente obbligata: proprio come nelle Can-Am originali è previsto in posizione centrale un V8 da 830 CV a 8.800 giri capace di erogare 746 Nm di coppia massima a 7.400 giri. Si tratta di un’unità aspirata con distribuzione ad aste e bilancieri dotata di iniezione meccanica e scenografiche “trombe” verticali.

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