Lotus

Le Lotus elettriche? Sempre sportive, ma non saranno prese "alla leggera"

Nell'era delle batterie, la Casa inglese non realizzerà più "pesi piuma", ma garantirà la sportività con software e IA

Gli appassionati di auto sportive lo sanno bene: le Lotus sono Lotus perché sono agili e soprattutto leggere. Il fondatore Colin Chapmann, su questo, era irremovibile. Il suo motto era: “Semplificate e poi aggiungete leggerezza”.

Nell’era delle auto elettriche, con Lotus tra quelle Case che da oggi in avanti si concentreranno nella produzione di soli modelli completamente a zero emissioni, come si farà a rendere una Lotus ancora… una Lotus? Perché la Eletre, il SUV a batteria del brand di Hethel, pesa 2.600 kg, con le sportive del futuro che, pur non arrivando a tanto, non saranno certo paragonabili alla Elise. Almeno, non quando saranno messe su una bilancia.

Una questione di software

In Lotus sono convinti di riuscire a trasmettere ai propri clienti le stesse sensazioni che hanno provato con una vettura termica anche quando siederanno al volante di un’elettrica. Lo faranno perché manterranno intatti il piacere di guida e il coinvolgimento. E sarà merito principalmente del software.

La presenza infatti di una batteria e di uno, due o anche più motori elettrici consentirà una gestione della potenza mai vista. Permetterà ai progettisti di indirizzare la coppia motrice sulle singole ruote con una precisione e una velocità che alberi di trasmissione e differenziali non possono raggiungere. Sarà proprio il software, insomma, a definire la personalità di un modello e di un brand. Esattamente come in passato facevano un motore o un telaio.

Lotus Eletre

Un’auto più abile del conducente

Restiamo sul tema, ma spingiamoci oltre. Con l’intelligenza artificiale e gli aggiornamenti over-the-air, le auto elettriche del futuro offriranno opportunità che vanno oltre i limiti dell’immaginazione. Sfruttando i vari sistemi di assistenza alla guida e facendo lavorare questi con rilevatori Gps e altre diavolerie informatiche, le vetture potranno per esempio “mapparsi” per affrontare al meglio un tratto di strada o, addirittura, un circuito.

Potranno quindi frenare nel punto ideale di staccata e affrontare ogni curva seguendo la traiettoria perfetta. Assistendo il conducente nella guida o, addirittura, sostituendosi quasi del tutto a esso. Un giorno, potranno aiutare un pilota a migliorarsi o potranno accompagnarlo a superare i suoi limiti. Agendo su sospensioni attive, su sistemi di sterzo “by-wire” e su sistemi di frenata rigenerativa modulabili in tempo reale.

Foto – Lotus Eletre, primo contatto

Nuove sportive, ma prima SUV

Tutto ciò diventa particolarmente interessante se pensiamo che la “nuova” Lotus, pur rimanendo un marchio d’elite, non si sottragga al passaggio verso un mercato un po’ più generalista.

Lo dimostra proprio il fatto che il primo prodotto del nuovo corso sia un SUV, Eletre appunto, e che per il 2025 ne sia già in arrivo un altro della taglia di Porsche Macan, confermando come la Casa di Stoccarda sia nel mirino di quella di Hethel come rivale di riferimento. Come il fatto che la Emeya sia una berlina sportiva, ma comunque a cinque porte. Insomma, di sportivette pure stile Chapman per ora non si parla, se non su lungo periodo.

La collaborazione con Alpine, che doveva dar vita a una nuova auto sportiva, è infatti stata annullata, lasciando Lotus con un progetto siglato Type 135, che però non si concretizzerà prima del 2025, per andare sul mercato con ogni probabilità due anni più tardi. 

Malgrado questo, come abbiamo visto prima, le possibilità saranno quasi infinite. E, in un panorama di questo tipo, dare a una Lotus il carattere di una Lotus sarà complicato, ma tutt’altro che impossibile. Anche se la Lotus in questione non sarà più un peso piuma.

Fotogallery: Lotus Emeya (2024)

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