Fisker

Fisker e la crisi delle startup: cosa succede all'auto elettrica

La Casa americana ferma la produzione e va a caccia di fondi: una storia già vista dal fondatore Henrik e che colpisce altre realtà del settore

fisker e la crisi delle startup: cosa succede all'auto elettrica

Mala tempora currunt per le startup delle auto elettriche. Ultima ad aggiungersi alla lista delle giovani aziende in crisi di liquidità è l’americana Fisker, che ordina lo stop alla produzione veicoli per sei settimane, ovvero il tempo necessario per provare a raccogliere 150 milioni di dollari in finanziamenti.

Contemporaneamente, la società mette in standby il pagamento degli interessi da 8,4 milioni su alcune obbligazioni e, nel frattempo, ridiscutere sul capitale aziendale insieme ai soci. L’allarme fallimento è concreto, ma un barlume di speranza arriva dal Giappone, dove la nipponica Nissan sarebbe in trattative avanzate per investire nella società.

Una storia travagliata

Per Fisker non si tratta comunque del primo rischio di bancarotta. O meglio, non lo è per il fondatore Henrik Fisker, che ha dato il suo cognome non solo all’azienda creata nel 2016, ma anche a quella omonima attiva dal 2007 al 2013.

Fallita quindi 11 anni fa, la vecchia società è poi risorta dalle proprie ceneri grazie all’acquisizione – per 149 milioni di dollari – da parte del gruppo cinese Wanxiang, che l’ha rifondata nel 2014 ribattezzandola “Karma”, in nome dell’ibrida plug-in prodotta nel biennio 2011-2012.

Fisker Ocean

Tempi bui?

“Papà” Henrik ha invece rispolverato il suo progetto personale nel 2016, dando vita alla nuova – e sempre omonima – Fisker. Che però naviga nuovamente in cattive acque. Se confermata, la bancarotta significherebbe dire addio al SUV elettrico Ocean, venduto anche in Europa, oltre che ai futuri modelli Pear, Ronin e Alaska.

E, soprattutto, rappresenterebbe un fallimento nel settore delle startup specializzate in auto elettriche, con Rivian costretta ai licenziamenti, Lucid alle prese con stime al ribasso sulle vendite e le nuove realtà dei gruppi Renault e Volkswagen (rispettivamente Ampere e PowerCo) che rivedono i piani sulle Ipo: difficile creare economie di scale dopo pandemia, crisi di chip e materie prime e aumento dei tassi di interesse. Fisker rinascerà anche stavolta come una fenice?

Fonte: Reuters

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