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Ferrari: l'assente si fa presente

Per anni è stato invocato, per molto tempo la sua assenza è stata ritenuta la causa dei mali della Ferrari. John Elkann era il presidente che gioiva per la pole position in un mare di disastri. Era l’uomo dei conti e dei bilanci anteposti a tutto il resto, quello col “braccino corto” e il fuoco della passione che non riusciva ad ardere impetuoso.

Qualcosa è cambiato negli ultimi tempi. Il presidente che bivaccava senza guizzi ha deciso di invertire la rotta e metterci la grana. Forse, in tal senso, ha aiutato il regolamento della Formula Uno che, tramite il budget cap, ha reso non necessario un apparato tecnico enorme.

Risorse che la Gestione Sportiva a riallocato nel programma WEC che in due anni ha dato grandi soddisfazioni con la vittoria di altrettante 24 Ore di Le Mans con quella 499P che in stagione poteva agevolmente trionfare anche a Imola e a Spa Francorchamps se non intervenivano errori o fattori esterni non dipendenti dalla volontà degli uomini in rosso. 

ferrari: l'assente si fa presente

24H Le Mans

Ferrari, tira aria nuova

La profonda ristrutturazione con l’affidamento delle chiavi del cantiere a Frédéric Vasseur è opera sua. È il rampollo della famiglia che detiene il pacchetto azionario del marchio automobilistico più famoso al mondo che ha chiesto, anzi preteso, il cambio di passo. Che è indiscutibilmente arrivato. 

Semi piantati che ora stanno germogliando in frutti belli, sodi, dolci ma che non hanno ancora sfamato i tifosi e la stessa dirigenza rossa. Si ha la sensazione di essere all’inizio di un cammino, all’imbocco di un doppio e parallelo sentiero che deve portare il Cavallino Rampante alla gloria.

Nel WEC battendo colossi come la Toyota, la Alpine, la Porsche la Peugeot, in Formula Uno dove la sfida, se vogliamo, è ancora più titanica vista la simultanea presenza di Mercedes, Honda, Audi-Volkswagen, Ford, Renault e tra qualche tempo, si spera, General Motors col marchio Cadillac.  

Lontani sembrano i tempi delle esultanze maldestre per un giro veloce in gara. Sbiadito è il ricordo di un amministratore delegato, Benedetto Vigna nella fattispecie, che parlava di monoposto più veloci di sempre che poi si è rivelata una dei peggiori progetti della storia della Ferrari.

Ora il registro comunicativo è cambiato. Meno parole al vento, più fatti. La vittoria di ieri ne è prova, l’ingaggio di pezzi grossi come Lewis Hamilton, Loic Serra e forse il più grande tra i grandi, Adrian Newey, l’atteso come un Messia, danno la cifra del fatto che oggi la Ferrari è la casa del fare, non la sala delle chiacchiere campate in aria. 

ferrari: l'assente si fa presente

John Elkann e Benedetto Vigna, presidente e amministratore delegato della Ferrari

Non v’è certezza che il programma impostato porti alla vittoria, non è una schema riducibile alla semplice azione/reazione, ma gli sforzi sono evidenti. Errori sono stati commessi in passato, forse altri se ne faranno, ma è cambiate chiaramente la modalità con la quale ci si approccia al mondo delle corse. I fatturati, pur sempre importanti perché la salute finanziaria è la base per vincere, non sembrano essere più l’unico interesse di Elkann e dei suoi. 

Oggi è la vittoria la stella polare che si intende inseguire. La Ferrari ha scavato le fondamenta e ha armato i pilastri del suo bastione. Ora sta rifinendo il forte che intende porsi come punto di riferimento delle due categorie più importanti del mondo delle quattro ruote.  Pensare che a breve la Rossa possa essere il soggetto da battere non è più utopia. Perché ciò accada è servito il presidente rinnovato negli stimoli e che finalmente ha mostrato di avere a cuore non solo il suo business ma anche le sorti di un marchio glorioso.

Crediti foto: Scuderia Ferrari HP

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