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Taxi e NCC, il ministro Salvini presenta le nuove regole

taxi e ncc, il ministro salvini presenta le nuove regole

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha illustrato alle associazioni degli autisti le bozze dei tre decreti attuativi che permetteranno di mettere ordine ai settori di taxi e NCC. Questa riforma sta facendo molto discutere e non sono mancate, come abbiamo avuto modo di vedere, le polemiche, soprattutto da parte della categoria degli NCC. Infatti, si ritiene che la riforma potrebbe arrivare ad affossare proprio tale settore. Per questo, era stato chiesto al ministro Salvini di introdurre una serie di correttivi.

LE NOVITÀ

taxi e ncc, il ministro salvini presenta le nuove regole

Presentando i tre decreti attuativi, il ministro ha spiegato che le norme tengono conto anche delle proposte inviate in questi mesi di confronto con le associazioni. Quali sono le novità in arrivo? Nell'ultima versione è stato modificato il “minimum waiting time” che gli NCC dovranno rispettare tra un turno e l'alto. Inizialmente doveva essere di 60 minuti mentre, adesso, è sceso a 30 minuti. Una modifica che, però, non è ritenuta sufficiente da imprese e operatori del Noleggio con conducente che continuano a bocciare la riforma.

Con un primo decreto sarà sbloccato il “Ren”, cioè il Registro Elettronico Nazionale di tutte le imprese titolari di licenza, taxi o NCC. Si tratta di uno strumento contro l'abusivismo a cui si dovranno iscrivere tutte le imprese che operano in questi settori. Un secondo decreto servirà per regolamentare il Foglio di servizio elettronico. Gli NCC saranno chiamati a indicare preventivamente orario, inizio, fine della corsa e le generalità dei clienti. Tuttavia, stando a quanto riporta Il Sole 24 Ore, per il Foglio di servizio elettronico e le norme sulle piattaforme tecnologiche di intermediazione bisognerà aspettare il 2025 a causa di passaggi burocratici e legislativi.

Il terzo decreto, come evidenzia Il Messaggero, riguarda proprio l’attività delle piattaforme tecnologiche di intermediazione. I gestori delle App possono essere anche contemporaneamente sia gestori delle piattaforme e sia vettori, cioè soggetti che offrono soluzioni di trasporto. “Così come le cooperative dei taxi possono raccogliere elettronicamente le prenotazioni, allo stesso modo le piattaforme possono entrare più direttamente nei servizi di trasporto”.

Oltre a tutto questo, il ministro Salvini ha anticipato una soluzione per il regime sanzionatorio che l’articolo 85 del Codice della Strada riserva agli NCC, passibili di ritiro della patente per qualsivoglia violazione, anche minima. A quanto pare, secondo Il Sole 24 Ore, si punta ad modifica normativa affidata non alla riforma del Codice della Strada ma al ddl Concorrenza che a breve approderà al Consiglio dei ministri.

IL NO DI UBER AL MINIMUM WAITING TIME

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Uber era già intervenuto bocciando la riforma, affermando in passato che le novità che si vogliono introdurre andrebbero a mettere fuori legge il trasporto a chiamata in Italia. Giudizio che sostanzialmente non cambia con la presentazione dei tre decreti attuativi da parte del ministro Salvini. Lorenzo Pireddu, general manager di Uber Italia, commenta così le novità:

Nonostante le proteste delle principali associazioni di NCC, le sentenze della Corte Costituzionale e le indicazioni di enti terzi come l'Agcm e l'Autorità di regolazione dei trasporti, il Mit sembra non considerare le esigenze di mobilità dei cittadini italiani come una priorità. L'eventuale obbligo per gli NCC di un tempo minimo di attesa di 30 minuti tra una corsa e l'altra è solo un palliativo rispetto alla proposta originale di 60 minuti. Non si tratta di una questione di minutaggio: il principio dell'attesa forzata è illegale e anticostituzionale, come dimostrano sentenze europee a riguardo, e lede la libertà d'impresa. E proprio di recente la Corte Suprema spagnola ha annullato un provvedimento simile che introduce il tempo minimo di attesa di 30 minuti per gli NCC in alcune città della Spagna, in quanto non necessario, inadeguato e sproporzionato nonché incompatibile con il diritto costituzionalmente garantito alla libertà di impresa. Bisogna rimettere al centro della discussione le necessità dei cittadini.

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