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Auto usate, arriva il Certificato di minivoltura: ecco cosa è e a che serve

Dal prossimo 15 aprile per i minipassaggi servirà il certificato di minivoltura: ecco tutto quello che c’è da sapere.

auto usate, arriva il certificato di minivoltura: ecco cosa è e a che serve

Photo by Didgeman – Pixabay

Il mondo delle auto usate, specialmente negli ultimi anni, sta conoscendo un periodo decisamente florido. La crisi dei microchip e i ritardi nell’approvvigionamento, infatti, hanno spinto – specialmente nell’ultimo periodo – diversi automobilisti a guardare alle auto di seconda mano per velocizzare i tempi di consegna dei veicoli.

Una situazione che ha portato ovviamente a un incremento degli scambi delle auto usate non solo tra privati, ma anche tra concessionari specializzati e cittadini. Adesso, proprio per regolare l’universo delle auto usate è in arrivo una novità. Dal 15 aprile per i minipassaggi non si utilizzerà più il Documento unico, introdotto il 4 maggio 2020, ma servirà un Certificato di minivoltura. Una novità voluta dal Governo per cercare di evitare il fenomeno delle intestazioni fittizie dei veicoli che purtroppo è in aumento.

Certificato di minivoltura, ecco la novità per le auto usate

Una novità, quella del certificato di minivoltura, che rappresenta l’ennesimo cambio nella burocrazia dell’usato. Questo, infatti, è il quinto diverso provvedimento negli ultimi 4 anni, segno evidente di come il Governo stia cercando di rendere più chiaro possibile il passaggio di proprietà delle auto di seconda mano al fine di evitare ogni possibile truffa. La minivoltura, infatti, consiste nella vendita di un veicolo a un rivenditore di veicoli usati, che ne diventa a tutti gli effetti il proprietario. Questa si differenzia dal conto vendita principalmente perché, in questo secondo caso, il concessionario non diventa il proprietario del veicolo ma ha semplicemente una delega per venderlo.

auto usate, arriva il certificato di minivoltura: ecco cosa è e a che serve

Photo by SHRAVANKUMAR / Pixabay

Il nuovo certificato di minivoltura, quindi, sarà stampato direttamente dalla concessionaria che vende l’auto usata e conterrà diverse informazioni sul veicolo. In particolare questo nuovo strumento indicherà tutti i dati del veicolo, come la targa, il telaio, l’omologazione, la categoria internazionale, marca e modello. Ma anche altre informazioni come la destinazione e l’uso, la potenza e altro ancora. Inoltre saranno indicate anche le generalità del soggetto intestatario e l’indirizzo della sede o della residenza, oltre al numero progressivo della formalità Pra e la data dell’atto di vendita. Tutte informazioni utili per stabilire la provenienza del veicolo e il suo stato.

Una novità che riguarda soprattutto i passaggi a tariffe agevolate che lo Stato ammette quando una vettura viene acquistata da un commerciante. In questo caso il professionista non paga né Ipt né bollo versando metà degli emolumenti normali al Pra come previsto dal decreto Dini 446/1997. L’introduzione del certificato di minivoltura ha quindi come obiettivo quello di semplificare e ridurre le spese. Visto che solo nel 2023, sono state registrate 2,5 milioni di minivolture – in aumento del +13% rispetto all’anno precedente – , con un costo per la modulistica pari a circa 400 mila euro.

Dal punto di vista giuridico, la minivoltura è utile al commerciante proprietario dell’auto che possiede una merce, e non un bene strumentale. Questo, infatti, può utilizzare l’auto solo con la targa prova e con le sole finalità di vendita, senza poter circolare su strada liberamente. Inoltre non potrà dare la vettura a noleggio a breve termine o a lungo termine incassando una tariffa dal cliente evitando così la possibilità di una truffa.

L’intestazione fittizia della proprietà di un’auto non consente di risalire all’identità del vero proprietario che può dunque usare il veicolo anche per fini criminosi rimanendo praticamente invisibile. Adesso, però, con il certificato di minivoltura, questo fenomeno potrebbe ridursi proteggendo gli automobilisti da possibili inganni.

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