Nissan è junk per S&PGlobal: ecco le conseguenze sulla casa giapponese
L’agenzia stima «che gli utili di Nissan rimarranno più deboli di quanto ipotizzato in precedenza, data la prospettiva di un altro anno difficile nel 2023». A fine marzo si chiude un esercizio per il quale Nissan si attende un utile operativo di 360 miliardi di yen (2,5 miliardi di euro) dopo due anni di perdite. Tuttavia S&P si aspetta che la redditività di Nissan sia inferiore a quella dei rivali, con un margine ebitda che dovrebbe rimanere tra il 4,5% e il 5,5% nei prossimi due anni. Previsioni al ribasso anche per le vendite che – secondo l’agenzia – nel prossimo esercizio dovrebbero attestarsi (anche per via della carenza di microprocessori, in fase di attenuazione) fra 3,6 e 3,7 milioni di unità, meno delle 5,4 milioni stimate da Nissan.
Uno yen più debole alla fine del 2022 ha anche contribuito a migliorare i conti nonostante gli ostacoli alla produzione che hanno danneggiato tutta l’industria, ma quel vantaggio sta svanendo con il rafforzamento della valuta. La redditività di Nissan continuerà a rimanere indietro rispetto ai suoi concorrenti per i prossimi uno o due anni, ha aggiunto S&P.
S&P ha anche affermato che prenderà in considerazione l’aumento del rating se, nei prossimi 12-18 mesi, Nissan riuscirà a migliorare significativamente le vendite e aumentare il flusso di cassa. Ma il suo rating potrebbe essere abbassato, ha affermato l’agenzia, se il flusso di cassa operativodiventasse negativo a lungo termine, o la base finanziaria dell’azienda fosse influenzata da importanti investimenti strategici, o se il suo posizionamento sul mercato dminuisse ulteriormente in Nord America o Cina.