La piantina del circuito di Tokyo
Solo in Europa si è finora gareggiato di più: 51 corse. I sorpassi non dovrebbero mancare, almeno all’inizio della gara e almeno secondo le simulazioni. La conduzione della gara sarà più “prudente”, soprattutto perché le manovre per superare sono rese più difficili dalla larghezza e dalla tortuosità del tracciato. A differenza che a San Paolo, le temperature non dovrebbero comportare problemi nonostante le previsioni anticipano una giornata di sole. Nissan e la scuderia cliente Neom Mclaren, che con Sam Bird ha vinto l’ultima gara, quella brasiliana appunto, dovranno fare i conti con una certa pressione supplementare.
Le ragioni sono principalmente tre: perché il quartier generale del costruttore non è lontano da Tokyo, perché nell’ultimo ePrix due monoposto con powertrain Nissan sono salite sul podio e perché Oliver Rowland è reduce da due terzi posti consecutivi con la monoposto decorata con i fiori di ciliegio. Nella generale, tra il battistrada Nick Cassidy (Jaguar Tcs) e il secondo, Pascal Wehrlein (Tag Heuer Porsche), ci sono appena 4 lunghezze. Poi, fra i terzi -che sono Mitch, Evans il connazionale neozelandese e compagno di squadra di Cassidy, e il francese della Ds Penske Jean Eric Vergne – e il settimo, che è lo stesso Rowalnd, un’altra manciata di punti.
Fra quota 39 e 33 ci sono 5 piloti. Gli altri due “piazzati” sono il campione in carica Jake Dennis (Andretti, cliente di Porsche), quinto, e Bird, sesto, che con quattro affermazioni è il pilota più vincente in Asia. La Formula E si sta confermando estremamente equilibrata e imprevedibile con 4 vincitori in rappresentanza di tre powertrain diversi finora e 9 piloti sul podio.