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Mercato auto usate, benzina e diesel sopravvivono

Continua la caccia alle motorizzazioni tradizionali nel segmento delle auto di seconda mano, ma non mancano le tensioni

Mercato auto usate, benzina e diesel sopravvivono

L’impennata dei prezzi delle nuove auto sta facendo propendere sempre più automobilisti verso il mercato dell’usato. Gli ostacoli che si possono incontrare acquistando una nuova vettura non sono pochi: dai tempi di consegna sempre più lunghi all’incertezza del costo del diesel che ha superato quello della benzina, passando per l’attesa degli incentivi. Fattori che sicuramente incidono anche nella scelta di un’auto di seconda mano, nonostante i numeri che arrivano dal mercato dimostrino come l’affezione per questo tipo di veicoli sia tutt’altro che scemata.

Per avere un’idea più chiara, basta pensare che nel Regno Unito, il secondo mercato automobilistico d’Europa dopo la Germania, sono state vendute circa 1.600.000 vetture nuove in undici mesi del 2022, mentre nello stesso periodo in trenta Paesi che includono l’UE, il Regno Unito e l’area Efta sono state superate 10.200.000 immatricolazioni di auto di seconda mano. Il quadro della situazione sembra piuttosto lampante: l’usato continua la sua cavalcata, nonostante la crisi produttiva che l’industria delle quattro ruote sta vivendo da quando è scoppiata la pandemia a oggi. Intanto Il Corriere della Sera questa mattina in edicola fa notare che le aziende hanno quasi prosciugato le loro scorte di auto usate, e devono anche rifornire le società di noleggio che preferiscono estendere il loro contratto di leasing in attesa di nuovi modelli: in questo senso BMW, Mercedes-Benz, Audi e Volkswagen sono i marchi più richiesti.

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E in Italia? Numeri alla mano Fiat Panda continua a dominare il podio seguita da Fiat 500 e da Renault Clio, sorprende invece come un italiano su cinque richieda versioni ibride ed elettriche della sua nuova vettura di seconda mano. “Stellantis, Volkswagen, Renault, Mercedes e BMW hanno deciso di evolvere la loro rete di vendita che passerà dallo stato di concessionari a quello di agenti, consentendo in questo modo ai costruttori di abbassare i costi di distribuzione di almeno il 40%, entro il 2030, di controllare direttamente il prezzo di vendita e gli sconti – si legge sul quotidiano – Questo inedito orientamento avrà valore solamente se tutti seguiranno identiche direttive”.

FP | Andrea Trezza RIPRODUZIONE RISERVATA

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