Mercato

Immatricolazioni Europa Occidentale, settembre positivo

L'analisi del Centro Studi Promotor: incremento dell’11,1% rispetto allo stesso mese del 2022

Immatricolazioni Europa Occidentale, settembre positivo

Settembre in crescita per il mercato dell’auto dell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK). I numeri parlano di 1.166.728 immatricolazioni con un incremento dell’11,1% rispetto allo stesso mese del 2022. Un risultato però non soddisfacente secondo l’analisi del Centro Studi Promotor, se si considera che nel gennaio-settembre l’incremento sullo stesso periodo del 2022 è stato del 17%. “Il rallentamento nella crescita del mercato in Europa Occidentale è dovuto anche al venir meno di incentivi all’acquisto di auto elettriche, in particolare nel mercato tedesco che è il più importante dell’area e che in settembre accusa infatti un calo dello 0,1%, mentre nel periodo gennaio-settembre ha fatto registrare una crescita del 14,5%”, spiegano infatti al Centro Studi.

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Rispetto al 2019?

Il quadro complessivo in Europa Occidentale appare comunque positivo nel confronto con il 2022, anche se non si deve dimenticare che rispetto ai livelli ante-pandemia manca ancora all’appello una immatricolazione su cinque. Il mercato dell’area, nel periodo gennaio-settembre 2023, accusa infatti ancora un calo di ben il 21,3% sui livelli del gennaio-settembre 2019. E a ciò si aggiunge che il recupero in atto appare dovuto soprattutto al consistente portafoglio ordini accumulato nel periodo in cui la produzione è stata fortemente ostacolata dalla carenza di microchip e di altri componenti essenziali, mentre da più parti si segnala che la raccolta di nuovi ordini è al momento insoddisfacente per consentire un ritorno in tempi brevi ai livelli ante-pandemia.

Gli ostacoli alla propensione all’acquisto

Sulla propensione all’acquisto di auto stanno infatti incidendo diversi fattori negativi. In primo luogo, i tempi di evasione degli ordini sono ancora particolarmente lunghi soprattutto per i modelli più accessibili al grande pubblico, e in secondo luogo la transizione energetica in atto induce molti automobilisti ancora incerti sul tipo di alimentazione da scegliere a rinviare gli acquisti. A tutto ciò si aggiunge il forte deterrente costituito dagli aumenti dei prezzi delle auto ed in particolare, per quello che riguarda la transizione energetica, dal livello dei prezzi delle auto elettriche che senza incentivi non sono ancora alla portata del grande pubblico. Non è certo un caso il fatto che nel periodo gennaio-settembre la quota delle immatricolazioni di auto elettriche (che ha toccato il 15,2% nell’intera area) sia stata inferiore al 5% nei seguenti paesi elencati in ordine decrescente di quota: Spagna (4,9%), Cipro (4,8%), Grecia (4,7%), Italia (3,9%), Polonia (3,5%), Repubblica Ceca (2,8%), Croazia (2,7%) e Slovacchia (2,4%). D’altra parte, problemi per la ulteriore diffusione dell’auto elettrica vengono segnalati, oltre che in Germania (dove la quota attuale è del 18,1%), anche nel Regno Unito che ha una quota del 16,4%. In particolare, nel Regno Unito si segnala che le vendite di auto elettriche sono sostenute soprattutto da incentivi fiscali agli acquisti delle flotte, mentre la domanda dei privati langue.

Incentivi più generosi

E a proposito di auto elettriche – sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – va detto che in tutti i paesi in cui la quota delle elettriche è rilevante, sono in vigore quegli incentivi generosi che si stanno rivelando assolutamente necessari per sostenere il decollo dell’auto elettrica. E’ una circostanza, questa, che dovrebbe indurre il Governo italiano a rivalutare senza ulteriori indugi la nostra politica di incentivi all’auto elettrica.

FP | Federico Pesce RIPRODUZIONE RISERVATA

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