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La profezia del dirigente Toyota si avvera: auto elettriche “in crisi”

Gli incentivi governativi e i divieti sull’inquinamento automobilistico non sembrano dare i frutti sperati. La transizione alle auto elettriche sta subendo una brusca frenata, che potrebbe far dubitare le case produttrici sulla possibilità di continuare i loro progetti.

la profezia del dirigente toyota si avvera: auto elettriche “in crisi”

Autore: Muhammad Alimaki / Shutterstock.com

La vendita e la richiesta delle auto elettriche è in calo. Nonostante i pareri contrastanti la realtà è che in tutta Europa (Italia inclusa) si continuano a commercializzare più vetture diesel e benzina che quelle a motore elettrico.

Stando a quanto pubblicato da la “Repubblica” nel solo mese di gennaio il calo delle vetture elettrificate è stato del -15,7% e nel 2023 un brusco -11,9%. Se guardiamo in Italia il peggioramento è ancora più evidente: si passa da un 4,2 al 2,1%.

Auto elettriche in calo: il dirigente Toyota lo sapeva

la profezia del dirigente toyota si avvera: auto elettriche “in crisi”

Autore: Smile Fight/Shutterstock

Chi non ha mai avuto dubbi sull’evidente difficoltà delle auto elettriche è Akio Toyoda, dirigente Toyota, che ha sempre espresso un giudizio “negativo” tanto che la sua azienda è una delle poche a non credere ai motori elettrificati.

Il top manager della multinazionale automobilistica giapponese – riportato dalla testata nicolaporro – ha citato il suo mantra in diverse occasioni:

Ci sono molti modi per scalare la montagna della neutralità di CO2. Se le regole vengono scritte in maniera ideologica, allora sono i consumatori, le persone normali a soffrire maggiormente.

Si vocifera da un po’ di tempo che Akio Toyoda starebbe lavorando su un nuovo motore che potrebbe annientare l’intero mercato delle batterie per le auto elettriche. Un progetto ambizioso che potrebbe complicare la crescita delle EV.

Le proposte e gli incentivi per preferire le elettriche ai motori termici sono sempre di più: dalla batteria che non si scarica mai agli sconti fiscali sulle EV, dall’ecobonus alla tassa per i mezzi più inquinanti. Ad oggi questi sforzi sembrerebbero esser “vani”, dato il flop della vendita delle auto elettriche.

A non convincere gli automobilisti sarebbero molteplici motivi: poche colonnine a ricarica ultra rapida, costi molto alti (come listino), investimenti ingenti per le case produttrici e chiaramente una forte resistenza al cambiamento.

Stati e case pronti a rassegnarsi

Stati e case produttrici sono sempre più intente a seguire il trend di mercato. Per farlo l’unica possibile – almeno quella attuale – era quella di fermare la produzione e l’immatricolazione di nuove vetture elettriche (la cui domanda è in forte discesa).

L’unico Paese a fare eccezione sarebbe la Francia, che avrebbe pensato ad introdurre il “leasing sociale“, una formula che costringe a tagliare sia il numero dei dipendenti che una parte di fondi destinati all’immatricolazione delle elettriche.

Si baserebbe su una strategia per poter ridurre i costi al fine di spingere all’acquisto delle EV anche le famiglie meno abbienti. Una pratica su cui starebbe ragionando anche il nostro Bel Paese, con ideologie e principi simili a quelli francesi.

Altri Paesi europei come Germania e Regno Unito sembrerebbero essersi rassegnati a questo crollo verso l’elettrico. Il Governo britannico da due anni ha rimosso qualsiasi ecobonus che incentivasse all’acquisto dei mezzi EV, quello tedesco avrebbe annunciato i tagli soltanto qualche mese fa.

Dirigente Toyota sull’elettrico: foto e immagini

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