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La leggenda di Eileen e Jerry Ford, la coppia che ha inventato il mestiere di top model

La bellezza può essere uno strumento di empowerment femminile? Lo è stata sicuramente negli anni 70, 80 e 90, il trentennio in cui le top model erano le regine incontrastate di ogni dominio umano, coloro che si potevano permettere di dire “Per meno di 10mila dollari al giorno non mi alzo nemmeno dal letto” (citazione di Linda Evangelista), mentre la filosofa Camille Paglia si batteva per dimostrare – fra le tante cose – che la bruttezza non deve essere per forza un requisito dell’autorevolezza. Effetti collaterali sull’autostima delle comuni mortali ce n’erano, ovvio. Alcune non si riconoscevano nella loro altezza, magrezza ed eleganza, e ne soffrivano. Ma per la maggior parte delle ragazze di quei decenni, le top model erano talmente irraggiungibili da non osare nemmeno di invidiarle: si ammiravano e basta, come i personaggi irreali di una favola. C’era poi una terza categoria di comuni mortali: le aspiranti top model. Erano le teenagers in ogni angolo del mondo che sognavano di entrare in quell’Olimpo glossy & glassa, di indossare abiti da favola taglia zero senza nemmeno pagarli (anzi, essere pagate per farlo), di vedere il buttadentro delle discoteche precipitarsi a sganciare la catenella dell’area vip al loro arrivo, e di sposare una rockstar. La formula magica per ottenere tutto questo era una sola, e si scandiva in tre parole: Ford Modeling Agency, la madre di tutte le agenzie nei cui uffici di New York, di tanto in tanto e con la moderazione misurata dalla severissima selezione, una su mille – un milione – firmava il contratto che avrebbe tradotto in realtà tutti i suoi sogni.

la leggenda di eileen e jerry ford, la coppia che ha inventato il mestiere di top model

Eileen Ford con una delle sue scoperte, Naomi Campbell

La Ford Modeling è nata subito dopo la guerra, nel 1946, e poiché negli anni 80, il decennio della sua massima popolarità, non c’era ancora internet, la stragrande maggioranza delle ragazze che aspiravano ad entrare a farne parte credevano che ad averla fondata fosse stato un uomo. In fondo, non era così che andava il mondo, gli uomini che facevano grandi cose con una grande donna alle spalle? In effetti, un “signor Ford” c’entrava qualcosa. Ma per tutti, a New York, era “il marito della signora Eileen Ford”. Nata nel 1922 a Long Island, cresciuta con tre fratelli maschi, Eileen Otte era una giovane universitaria che stava prendendo il sole vicino alla casa della sua famiglia a Great Neck, a Long Island, quando venne avvicinata da un giovane affascinante. Le disse di chiamarsi Elliot Clarke e di essere un fotografo che doveva realizzare un reportage sulla storia della moda da spiaggia. Le chiese di posare per lui indossando alcuni abiti vintage e lei non se lo fece ripetere due volte. Eileen diventò la protagonista di un divertente servizio a Jones Beach, pubblicato sul Saturday Evening Post. La ragazza fece ancora qualche posa per una piccola agenzie, la Harry Conover, ma era così presente a se stessa da capire che quello di modella non poteva essere un mestiere sicuro per lei. Diventò invece la segretaria di Elliot Clark, proprio un attimo prima che il fotografo entrasse a far parte dello staff che avrebbe progettato Seventeen, la prima rivista al mondo per “adolescenti”, termine appena coniato per riferirsi a una nuova categoria di consumatori. Mentre conseguiva la laurea, Eileen Ford si fece notare per alcune idee che propose durante le riunioni. Ma nel 1944 conobbe il marinaio Gerard “Jerry” Ford, due anni e mezzo più giovane di lei, mentre comprava delle aspirine in una farmacia vicino alla Columbia University. Fu un colpo di fulmine. Fuggirono a San Francisco, dove si per sposarono prima che lui si imbarcasse per la guerra in Europa, ma Eileen non informò il suo capo, e per giunta se ne andò con le chiavi del suo studio in tasca. Insomma, si fece licenziare. Nel 1945, mentre Jerry era al fronte, Eileen tornò a New York e riuscì a fare pace con Elliot Clarke, che le scrisse delle buone referenze. Così, trovò lavoro al William Becker Studios di Manhattan, all’epoca il più grande studio di fotografia d’America, dove si occupava anche della movimentazione dei capi per i servizi fotografici. Lavorava bene, ma si era spacciata per dattilografa e lasciava molti errori di battitura sui documenti di viaggio. Un po’ per questo, un po’ perché non le vollero rimborsare una gomma da cancellare che aveva comprato di tasca sua per correggerli, si licenziò. Trovò lavoro nel reparto pubblicità del grande magazzino Arnold Constable & Company, sulla Fifth Avenue, dove la incaricarono di ingaggiare le modelle per le campagne pubblicitarie. Diventò molto amica di una di loro, Natálie Nickerson, particolarmente apprezzata per le lunghe gambe, la quale iniziò a cederle il divano nella sua stanza al Barbizon Hotel for Women, quando Eileen faceva troppo tardi la sera per tornare fino a Long Island.

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Eileen Ford nel 1968

Anche grazie alle intuizioni di Ford, Natálie sarebbe diventata la modella più pagata di Manhattan, con un compenso di 40 dollari l’ora che al tempo favoloso. Seguendone la carriera, Elieen Ford ebbe la trovata di dare il via a un servizio di segreteria per modelle. Visto che erano sempre in giro, gli sarebbe bastato scrivere sui biglietti da visita il numero di telefono di Mrs Ford, che poi era quello dello studio legale di suo padre dove si appoggiava, e lei si sarebbe fatta trovare pronta a prendere nota delle chiamate, così non avrebbero più perso una sola offerta di lavoro. Il costo del servizio, nel quale era compresa a richiesta anche un po’ di gestione della contabilità personale, era fra i 65 e i 75 dollari al mese. Li divideva con Natálie Nickerson, che le procurava le clienti. Nel giro di pochi mesi, Eileen Ford gestiva sette modelle, e non si fermò nemmeno quando nel marzo 1947 diede alla luce la prima figlia, Jamie. Quando suo marito fu finalmente congedato, decisero di fondare una vera e propria agenzia per modelle. Soldi non ne avevano molti, per cui vendettero la loro auto per affittare un ufficio a Manhattan, che arredarono con un tavolino pieghevole da canasta e un vecchio divano rosso della madre di Eileen. Ma nonostante tirassero la cinghia, Eileen andava al lavoro sempre in tiro. La prima modella che misero sotto contratto, attirata da Natálie Nickerson, si chiamava Jean Patchett e aveva già lavorato per l’agenzia Conover con cui era stata sotto contratto anche Eileen. “Era alta, con gambe fantastiche, il collo lungo, un viso davvero bellissimo con occhi castani. Aveva un neo sullo zigomo e ne fece il suo marchio di fabbrica tre decenni prima di Cindy Crawford”, racconterà Elieen Ford molti anni dopo.

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Jane Patchett, la prima modella della Ford Modeling, in uno scatto per i magazzini Saks Fifth Avenue, nel 1955.

Non era facile convincere le aziende a pagare bene le modelle, considerate poco più che operaie. Ma Eileen e Jerry tennero duro, chiedendo anche denaro in prestito agli amici. Quando Jane Patchett tornò da un shooting alle Bahamas con 150 dollari invece dei 1500 previsti, perché il fotografo si era rifiutato di pagarle i giorni in cui aveva piovuto, la coppia decise di studiare un tipo di contratto che imponeva il pagamento del compenso indipendentemente dagli imprevisti. Visto che Jerry Ford era un ragazzone alto e imponente e incuteva soggezione, si prese carico anche del recupero crediti presso i clienti recalcitranti. Eileen e Jerry Ford non avevano neanche 30 anni, eppure formavano già un meccanismo ben oliato: lei sceglieva le modelle e gli ingaggi, lui faceva in modo che tutti pagassero. Alzarono il tiro stabilendo dei canoni necessari per essere ammesse nella loro agenzia, e bisogna ammettere che oggi sarebbero considerati discriminatori o pericolosi: aspetto aristocratico e luminoso, gambe lunghe, snellezza estrema, statura sopra la media, senso della disciplina e puntualità. I Ford preferivano le bionde, ma erano disposti a fare un’eccezione per le modelle brune particolarmente interessanti. Intanto, l’agenzia introdusse l’abitudine di sollevare le modelle dall’incombenza di pettinarsi e truccarsi da sole, e di inviare sul set tutti gli accessori necessari, comprese le ciglia finte. La modella non doveva più preoccuparsi di nulla, se non di mantenersi magra. Prima non era necessariamente così, ma Eileen fu la prima a far notare che la fotografia, diceva lei, aggiunge cinque chili. Così le metteva tutte a regime di carestia. Il passo finale fu quello di limitare il tipo di clientela. Se negli anni 40 e 50 si calcolavano circa tre tipi di modelle, ossia le giovanette, le giovani madri e le modelle da alta moda, i Ford decisero di optare solo per la terza. Nel 1972 i Ford se la dovettero vedere per la prima volta con la concorrenza quando nacque una nuova agenzia clone della loro, la Elite Model Management di John Casablancas. Ma il lungo duello che prese vita da quel momento servì solo e rendere tutto più frizzante e ad alimentare ancor di più la leggenda della Ford Modeling Agency, che nel tempo avrebbe scoperto e lanciato nomi del calibro di Brooke Shields, Lauren Hutton, Carmen Dell’Orefice, Jerry Hall, Christie Brinkley, Christy Turlington, Naomi Campbell, Jean Shrimpton. Jerry Ford se n’è andato nel 2008 per problemi di cuore, aveva 83 anni. Eileen lo ha raggiunto un po’ di tempo dopo, nel 2014, a causa di un tumore del cervello di cui ha sofferto per lungo tempo. Aveva 92 anni e ha lavorato fino a quando ha potuto. Hanno lasciato ai loro eredi il compito di portare avanti la loro creatura, che ha visto il momento di massimo fulgore fra gli anni 80 e 90, quando le indimenticabili modelle della Ford Modeling Agency hanno fatto sognare almeno due generazioni di esseri umani. Uomini e donne.

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Jerry e Eileen Ford negli ultimi anni della loro vita

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