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Dall’Alfa Romeo Milano alla Panda, tutte le auto a cui all’ultimo è stato cambiato nome

Il cambio del nome pochi giorni dopo il debutto ufficiale entrerà nella storia dell’automotive: impossibile che . Ma la verità è che non si tratta di una prima volta e probabilmente neppure l’ultima, per le ragioni più diverse. Tra l’altro, nella storia del Biscione c’era un caso analogo legato al nome della città che ha dato i natali al brand nel 1910. Infatti già la Giulietta doveva chiamarsi Milano, ma alla fine del 2009 durante la pubblicazione delle foto ufficiali distribuite alla stampa, la denominazione della città lombarda era sparita lasciando spazio alla Giulietta. C’è stata anche una terza Milano, la 75 per il mercato americano che alla fine si chiamò proprio così: l’unica vettura Alfa Romeo che ha potuto chiamarsi con il nome della città lombarda. Curiosamente su un mercato straniero.

Come nacque Panda

Restando in ambito italiano, il caso della Fiat Panda di seconda generazione ricorda molto quello della nuova Alfa Romeo Junior. La vettura, infatti, era stata presentata al Salone di Ginevra del 2003 come Gingo: un nome di fantasia, giocoso come la stessa auto, ma fin troppo simile a Twingo. Ecco perché a Torino, dopo i contatti della Renault, tornarono sui propri passi ribattezzando in estate la vettura come Panda, a poco più di un mese dal lancio commerciale. Fiat si trovò quindi a dover modificare targhette in metallo, libretti di uso e manutenzione, documenti interni e molto altro esattamente come Alfa Romeo nei prossimi giorni. Complice la produzione in Polonia e i tempi ristretti, però, un numero imprecisato di Gingo (pare alcune decine) è stato comunque venduto con questo nome, finendo chissà dove in Europa e diventando una specie di rarità da collezione. Venti esemplari, inoltre, vennero usati come auto sponsor del Tour de France 2003. In ogni caso, il cambio in corsa fu una delle scelte migliori nella storia di Fiat. Invece per poter essere venduta sui mercati di lingua inglese ha dovuto cambiare nome anche la Ritmo. Il nuovo nome , Strada, venne scelto perché Ritmo ricordava la parola “rhythm”, che nel linguaggio colloquiale viene usata per fare riferimento al ciclo mestruale.

Rispetto per Enzo Ferrari

Altro cambio in corsa, clamorosamente vincente: Porsche presentò la sua iconica sportiva (senza motore) al Salone di Francoforte del 1963 come 901, per poi entrare in produzione con tale nome nel 1964. Un semplice numero a cui nessuno avrebbe dato troppo peso, tranne Peugeot che rivendicava l’uso dei nomi a tre cifre con lo zero al centro: onde evitare problemi con la Casa francese, l’auto sarebbe uscita con il nome 911 dopo soli 82 esemplari prodotti con il nome 901. Qualche anno dopo i francesi non si dimostrarono così intolleranti e aggressivi con la Ferrari, dato che negli anni ‘70 e ‘80 permisero ai modelli della casa di Maranello di utilizzare le sigle 208 e 308, anche per il mercato al di là delle Alpi. Una concessione dovuta a un atto di stima e affetto da parte di Peugeot nei riguardi di Enzo Ferrari.

Quando si tratta

Un’altra trattativa fra Case – andata bene ma senza cambiare le sorti di un modello – è stata quella nel 2015 tra il gruppo Fca e Audi per non fare utilizzare alla Casa tedesca la sigla Q2 impiegata per l’Alfa 147: era la versione che disponeva di un sistema di differenziale autobloccante, ribattezzato appunto Q2. Alla fine Fca cedette e il nome Q2 finì sul posteriore del Suv compatto della casa dei quattro anelli. Simile il caso di Bmw che chiese a Citroën il permesso di poter utilizzare la sigla XM – usata dalla Casa francese per il berlinone premium dal 1989 al 2000 – per il nuovo mega Suv che fu regolarmente concesso. Ma è anche vero che il secondo uscì nel 2022 quando Citroën aveva abbandonato il tema.

Da ICKX a ICH-X

Recentemente c’è stata la vicenda legata al brand di fuoristrada ICKX del gruppo DR Motors. La scelta ha attirato le attenzioni di Jackie Ickx, che non avrebbe gradito l’utilizzo di un nome a lui facilmente associabile, soprattutto a seguito di una campagna pubblicitaria di un noto dealer, incentrata proprio su un collegamento con l’ex pilota belga. Da qui la causa presso il tribunale di Torino per l’uso illecito del proprio cognome, ottenendo un’ordinanza cautelare che ne vietava lo sfruttamento. È andata che nonostante DR abbia smentito categoricamente la volontà di ricondurre il marchio all’asso del volante, è stata modificata la registrazione del marchio in ICH-X.

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