Da noi la DR 1.0 EV è appena arrivata, ma in Cina è già pronta ad aggiornarsi. O meglio, la sua gemella cinese, la Chery eQ1, sta per arrivare sul mercato in versione restyling, che la Casa definisce come nuova generazione per via delle sostanziose modifiche apportate. Tanto che il costruttore ha pure cambiato leggermente il nome, passando da Small Ant (in italiano “piccola formica”) a Small Ant q. La versione originale della quattro posti elettrica, come noto, fa da base alla DR 1.0 EV con cui condivide tutta la meccanica, gli interni e i pannelli carrozzeria, fatta eccezione per alcuni dettagli sviluppati direttamente dal marchio molisano, come la calandra anteriore. Come già visto sugli altri modelli della Casa italiana, il restyling della eQ1 non dovrebbe influenzare la gamma della DR 1.0 EV almeno per qualche anno, ma non è detta l’ultima parola.
IN BREVE
Dimensioni
La eQ1 è il modello d’ingresso della gamma eQ della Chery, composta anche dalle Suv elettriche eQ5 (conosciuta anche come Big Ant, grande formica) ed eQ7. Rispetto alle sorelle, la 1 è molto più piccola, ma nonostante le sue dimensioni ridotte può ospitare fino a quattro passeggeri. Con una lunghezza di 3.200 mm (circa 50 cm in meno di una Fiat Panda), una larghezza di 1.670 mm, un’altezza di 1.550 mm e un passo di 2.150 mm, la tre porte cinese si proprone come piccola utilitaria pensata per le caotiche città asiatiche, nelle quali è già molto diffusa.
Motore, batteria e autonomia
Il restyling della Chery eQ1 ha portato al debutto un’estetica aggiornata, principalmente a livello del paraurti anteriore, ma soprattutto degli affinamenti meccanici. Al vertice della gamma, c’è una versione con motore elettrico da 75 CV (14 in più della DR 1.0 EV) e 150 Nm con una batteria Nmc (nickel-manganese-cobalto) più capiente, da 40,3 kWh. Ciò significa che la nuova versione della tre porte ha a disposizione il 30% in più di elettricità rispetto al modello molisano, il che si traduce in un’autonomia dichiarata di 408 chilometri nel ciclo Cltc, meno probante rispetto al Wltp. La eQ1 da 75 CV copre lo 0-50 km/h in meno i 5 secondi e raggiunge una velocità massima di 120 km/h: per la ricarica è previsto un sistema a corrente alternata a 6,6 kW. A disposizione dei clienti cinesi ci sono anche altre due versioni con motore da 41 CV e 95 Nm alimentato da batterie Lfp (litio-ferro-fosfato) da 25,1 o 29,2 kWh (ma c’è anche una variante da 28,9 kWh) con autonomie tra i 251 e i 301 chilometri. In questo caso è previsto un caricabatterie da 3,3 kW le prestazioni sono inferiori: 0-50 in 6 secondi, 100 km/h di velocità massima.
Interni
Le modifiche principali del restyling riguardano gli interni: la configurazione a quattro posti è confermata, ma in prima fila cambia tutto: via l’infotainment verticale per lasciare spazio a un nuovo pannello orizzontale. Il touchscreen ha una risoluzione migliore ed è molto meno ingombrante rispetto al display precedente, a tutto vantaggio dello spazio a bordo. A cambiare sono anche la plancia, rinnovata in diversi punti, il volante a due razze e il quadro strumenti digitale, che ora non è più inglobato all’interno delle forme del cruscotto. Nuovi sono anche i due portabibite anteriori e la console centrale, che è stata snellita per lasciare più spazio nella zona del pavimento, ma continua a integrare un caricatore wireless per smartphone e due prese Usb.
Prezzi
Concludiamo con il capitolo più spinoso, quello relativo ai prezzi. Che, come sempre accade per i modelli cinesi, sono da prendere con le pinze per via della differente tassazione e di altri fattori economici. In Cina, la Chery eQ1 viene proposta con prezzi paragonabili a quelli di una “nostra” moto: il listino parte da 64.999 yuan e arriva a 94.000 yuan, valori che tradotti in euro fanno spaziare la piccola elettrica dagli 8.174 agli 11.820 euro.
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