Prove

Omoda 5: prezzo, interni, dimensioni, uscita, motori e opinioni

Per il debutto (in veste ufficiale) sul mercato europeo, il gruppo Chery ha voluto fare le cose in grande. Presentando non un marchio, ma due: Omoda e Jaecoo. Il primo sarà la base dell’offerta, con prodotti dal costo più contenuto ma con tutto quel che serve per la vita di tutti i giorni, mentre il secondo avrà un animo più raffinato, con dettagli curati, materiali ricercati e prezzi un po’ più alti. Per scoprirli sono andato dove nascono, a Wuhu, in Cina, dove ho potuto toccare con mano la nuova Omoda 5 (controllandola con la check list qualità del Centro prove) e la Jaecoo 7, della quale potete leggere qui le prime impressioni.

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Dopo le Omoda 5 e Jaecoo 7, che arriveranno in Italia a dicembre, nei prossimi anni il gruppo Chery porterà in Europa anche altri 5 modelli: oltre alla berlina S5 (che da noi non dovrebbe essere commercializzata) ci sarà spazio per due Suv compatte e due grandi modelli a ruote alte.

La prima di sette. Il debutto dei due nuovi modelli è fissato per dicembre, con la Omoda 5 che verrà inizialmente proposta in versione benzina, per poi diventare ibrida e, a gennaio 2024, anche elettrica con batterie da 41,3 e 62,9 kWh per un’autonomia tra i 300 e i 450 chilometri. Il costruttore punta a un prezzo di listino attorno ai 28 mila euro per la Suv turbobenzina da 197 CV e ai 35 mila per la variante elettrica. La 5, però, sarà solo il primo modello del marchio cinese a debuttare in Europa. Durante la serata di presentazione dei due marchi, i vertici del gruppo hanno annunciato che entro il 2030 – quando la Chery dovrebbe raggiungere, almeno secondo i piani, un volume di vendite globali di 1,4 milioni di unità per i due brand neonati – la gamma sarà composta da sette modelli. Oltre alla 5, la Omoda lancerà anche la B-Suv 3, la sport utility di grandi dimensioni 7 e la berlina S5, che però non dovrebbe arrivare in Italia. La Jaecoo, dopo la 7, porterà in Italia la grande Suv 9, che sarà poi seguita da una sport utility compatta, la Jaecoo 5.

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Omoda 5 (2023)

Omoda 5, i numeri. Parto facendo una carta di identità della Omoda 5, una Suv di segmento C che arriverà, come detto, a dicembre 2023 con un motore a benzina, per poi debuttare nel 2024 anche in versione elettrica. Lunga 4.400 mm, larga 1.830 e alta 1.588 mm, la vettura ha un passo di 2.630 mm e pesa, a secco, 1.444 kg. Ha sospensioni indipendenti sia davanti, sia dietro (MacPherson e Multilink), un abitacolo a cinque posti con un bagagliaio da 292 litri (ampliabile a 360) ed è spinta da un quattro cilindri Acteco 1.6 turbobenzina da 197 CV a 5.500 giri/min e 290 Nm tra i 2.000 e i 4.000 giri/min. Il cambio è un automatico doppia frizione a sette rapporti con trazione integrale, mentre la velocità massima è di 191 km/h. Il consumo dichiarato è di 7,6 litri per 100 km. Di serie sono previsti cerchi di lega da 18″ (con pneumatici 215/55), cinque airbag, cruise control adattivo, avviso angoli bui, lane departure warning e videocamere a 360 gradi. Non mancano il climatizzatore bizona, un infotainment da 10,25” (12,3” sulla EV) compatibile con Android Auto e Apple CarPlay, un caricatore wireless per smartphone, un tetto panoramico e i sedili riscaldabili.

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Gli interni della Omoda 5 sono caratterizzati da una plancia pulita, con gli schermi del quadro strumenti digitale e dell’infotainment raccolti all’interno di un’unica superficie, in stile coreano.

Omoda 5, com’è. Le forme della Omoda 5 sono particolari, ma il frontale potrebbe piacere ai clienti occidentali, con la grande calandra anteriore abbinata ai sottili fari a Led. La qualità costruttiva non è niente male in relazione al prezzo a cui verrà proposta l’auto: pannelli ben allineati, fughe regolari, guarnizioni ben fissate e molto estese (la Omoda 5 ha pure un doppio giroporta completo sia davanti sia dietro, un dettaglio su cui molte europee non possono contare). Quello che non m’è piaciuto, ma che probabilmente potrà essere corretto con poco sforzo, è la verniciatura: è ben stesa e brillante, ma la differenza di tono tra le parti di plastica e di metallo della carrozzeria si nota facilmente se si ha un occhio allenato. Dentro c’è qualche risparmio nelle plastiche anche in diverse zone a portata di mano, ma complessivamente l’insieme è piacevole da vedere e ci sono alcune soluzioni – come la bocchetta d’aerazione posteriore con doppia presa Usb – che molte concorrenti non propongono. La plancia è semplice, di plastica rigida, con un quadro strumenti digitale affiancato da un pannello touch per l’infotainment, che non è dei più moderni, ma ha tutto quel che serve per la vita di tutti i giorni. La posizione di guida più adatta alle proprie esigenze si trova rapidamente con i comandi manuali e il volante regolabile in altezza e profondità: la seduta è alta, si viaggia con le gambe piegate e con una buona visibilità anteriore e laterale (dietro il lunotto è piccolo, ma per le manovre c’è la retrocamera). A bordo lo spazio non manca, anche se il bagagliaio m’è sembrato un po’ piccolo (292-360 litri dichiarati), mentre la seconda fila di sedili non è troppo larga: credo che per viaggiare in cinque bisognerà stringersi parecchio.

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