Auto e dazi, la Cina avvisa. In Borsa pagano Bmw, Mercedes e Porsche
Liu Bin, che guida il China Automotive Technology & Research Center (Catarc) ed è vice direttore del China Automotive Strategy and Policy Research Center, ha dichiarato che un’aliquota tariffaria del 25% è in linea con le regole della Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio. L’attuale tariffa d’importazione cinese per le automobili è del 15%.
Le azioni di Porsche, Bmw e Mercedes sono state tra le più pesanti del settore (indice Stoxx Europe 600 Automobiles & Parts) nella mattinata di mercoledì, con un calo compreso tra il 4% e l’1,6 per cento. La maggior parte delle importazioni di auto in Cina riguarda proprio il segmento del lusso, con Porsche, Audi e Range Rover tra i primi 10 marchi nel 2023. I modelli con motori più potenti, tra cui il suv Gle e la berlina classe S della Mercedes e il suv Cayenne della Porsche, potrebbero essere tra i più colpiti.
In effetti gli Stati Uniti hanno presentato poco più di una settimana fa nuovi pesantissimi dazi su una serie di importazioni cinesi, tra cui i veicoli elettrici. La Commissione europea ha avviato lo scorso ottobre un’indagine sugli aiuti di Stato – sussidi per miliardi – che rendono più competitivi i veicoli elettrici prodotti in Cina, il che in teoria dovrebbe portare a un rialzo dei dazi europei, fermi al 10 per cento.
Ma proprio ieri, nel corso di un confronto elettorale organizzato dal think tank di Bruxelles e dal Financial Times, la presidente von der Leyen ha preso le distanze dall’impostazione dell’Amministrazione Biden: «Non penso che siamo in guerra commerciale con la Cina. Occorre distinguere tra il decoupling, fatto con la Russia, e la strategia di derisking. Condividiamo alcune preoccupazioni dei nostri partner, ma abbiamo un approccio più fatto su misura per il contesto europeo», ha dichiarato la presidente.
Anche i paesi interessati agli investimenti cinesi nel proprio territorio temono ritorsioni commerciali da parte di Pechino. Esemplare il caso ungherese. Qui i leader mondiali delle batterie per auto, CATL, e delle auto elettriche (includendo veicoli a batteria e ibridi plug-in), BYD, stanno realizzando importanti impianti di produzione. Per CATL si tratta di un investimento da oltre 7 miliardi di euro, per la più grande gigafactory europea (100 GWh). Ci sono anche EVE Power – sempre batterie, principalmente per Bmw, e investimenti per un miliardo – e la casa automobilistica Nio, che in Ungheria produce in particolare stazioni di scambio batterie. (a cura di Alberto Annicchiarico)